Vendetta. Si possono interpretare in questo senso le dichiarazioni rilasciate da Massimo Giannini a Un giorno da pecora su Radio 1. Il giornalista, conduttore per due anni di Ballarò, ha rivelato che dopo aver appreso il risultato del referendum ha inviato un sms a Carlo Verdelli, direttore editoriale dell’informazione Rai:
Stanotte, dopo l’esito del referendum, ho mandato un sms a Carlo Verdelli con scritto: Caro Carlo, a questo punto potete avvisare Daria Bignardi che può anche riaprire Ballarò. Ma non l’ho detto per me eh, sia chiaro!
Giannini, nel frattempo tornato a La Repubblica, non si è espresso su Politics, il programma di Gianluca Semprini che ha sostituito Ballarò, perché “l’ho visto pochissimo“. A proposito della chiusura dello stesso (domani sera in onda l’ultima puntata) però ha ammesso che “sarei bugiardo se dicessi che sono indifferente”:
Diciamo che la cosa che mi ripaga di un po’ di amarezza è constatare il fatto che altri abbiano toccato con mano quanto sia difficile leggere l’urto di quella competizione del martedì sera.
Rivendicati gli ascolti del suo Ballarò (“Noi abbiamo vinto la classifica dello share per tutti e due gli anni in cui ci sono stato“), Giannini ha chiosato raccontando un interessante retroscena sul direttore di Raitre Daria Bignardi:
Perché il marchio e il format Ballarò è stato cancellato per fare una cosa completamente nuova con Politics? Bisognerebbe chiederlo a Daria Bignardi. Io non so dare una risposta, so solo che quando ne abbiamo parlato le ho detto ‘se fate questa scelta il martedì sera lo consegnate a La7.