Maria Pia Pizzolla, la ‘rossa’ di Saranno Famosi: “Fu un successo pazzesco. Quando andai a Sanremo non la presero bene. Amici? Non lo guardo”
TvBlog per la rubrica TvOff ha intervistato Maria Pia Pizzolla, concorrente della prima edizione di Saranno Famosi: “Lessi un annuncio e inviai un fax. Fu un successo pazzesco, ma ci facemmo un mazzo enorme. Quando andai a Sanremo non la presero bene, però ero contrattualmente libera. Oggi sono sposata e ho due figli”
Capelli rosso fuoco e una somiglianza con Mina che in molti le fecero notare. Di quella primissima edizione di Saranno Famosi Maria Pia Pizzolla è rimasta una dei personaggi più iconici, nonostante la mancata vittoria.
Primissima e unica, dato che nella stagione successiva il talent mutò il nome in Amici per questioni legate ai diritti d’autore.
“Lessi un annuncio in sovrimpressione. Cercavano ragazzi che sapessero cantare, ballare e recitare. Fu un salto nel buio, non esisteva nulla e non sapevo di cosa si trattasse. Chiamai, ma siccome non mi rispondevano inviai un fax. Passarono un po’ di giorni e venni ricontattata”.
Il primo provino durò quasi cinquanta minuti: “Poi ne feci altri più brevi – racconta la Pizzolla – avevo già pronto il disco coi SuperZoo e volevo farlo uscire a tutti i costi, come poi avvenne dopo la nostra avventura a Sanremo”.
Classe 1975, oggi Maria Pia vive a Camaiore, in Toscana. E’ sposata e ha due figli. “Hanno 8 e 5 anni, ho un po’ rallentato, ma adesso ho ripreso in mano dei progetti”. Per quel che riguarda il suo gruppo storico è invece in atto una pausa di riflessione: “Siamo fermi da un anno per dei problemini. C’è in ballo la reunion della band originaria, quella che partecipò al Festival”.
La notorietà al grande pubblico arrivò nell’autunno del 2001, quando Saranno Famosi apparve nella fascia pomeridiana di Italia 1. Partenza a rilento, ascolti bassi e addirittura il rischio fondato di una chiusura anticipata.
“Sì, mi ricordo. Vivevamo in albergo vicino a Cinecittà; ci riferivano che la trasmissione andava male e che c’era la possibilità di una soppressione. All’inizio alla guida c’era Daniele Bossari, poi arrivò Marco Liorni. Non si riusciva a farla funzionare. La svolta ci fu quando venne presa in mano dalla De Filippi. Maria è un genio in queste cose, arrivati a Natale il programma decollò e non si fermò più”.
Come si sviluppavano le vostre giornate?
“In quell’anno restammo fuori dal mondo. Il pullman ci prendeva dall’hotel alle 7.30, arrivavamo a Cinecittà alle 8 e uscivamo alle 20. Il sabato avevamo il giorno libero, ma non riuscivo a tornare in Puglia. Eravamo pieni di cose da fare, c’era sempre da studiare, dalla mattina alla sera. Si dormiva poco, ci facevamo un mazzo enorme, soprattutto per quanto riguardava le materie che non erano di nostra competenza, nel mio caso il ballo e la recitazione”.
Diventaste ben presto un fenomeno televisivo, tra pubblicità e Tim Tour estivo, grazie al quale giraste tutta Italia.
“Fu un successo pazzesco. Quella del Tim Tour fu un’esperienza persino più bella di Saranno Famosi. Io amo stare sul palco. La tv ti insegna tante cose, ma non era il mio mondo, non mi apparteneva. Io vivo per il palcoscenico, stare di fronte a migliaia di persone mi caricava, mi divertivo tanto. Dietro le quinte spesso e volentieri giravamo delle pubblicità per la compagnia. Siamo stati spremuti, ma tutto era incluso nel contratto che avevamo firmato col programma”.
In seguito cosa accadde?
“Finito il Tim Tour arrivarono le proposte dei manager. Maria ci consigliò di non andare con chi ci avrebbe proposto tanto e subito. Io fui fortunata nel trovare immediatamente un manager discografico che mi permise di uscire con il gruppo e non con un lavoro da solista. Era quello che volevo”.
Quindi vi iscriveste a Destinazione Sanremo, programma di Raidue di Pippo Baudo e Claudio Cecchetto che selezionava le nuove proposte per il Festival del 2003.
“Fu meraviglioso, conoscemmo tantissima gente. Purtroppo il programma non andò bene, ma ricordo un Baudo fantastico. Era il direttore artistico di quell’edizione, mi aveva preso in simpatia”.
In tal senso detieni un record particolare: sei stata la prima reduce di Saranno Famosi/Amici a finire direttamente sul palco dell’Ariston, anticipando di gran lunga i vari Marco Carta, Valerio Scanu ed Emma Marrone.
“La mia decisione non venne accolta bene, probabilmente rimasero offesi. Non li avevo avvisati della mia partecipazione, forse si aspettavano che alzassi il telefono per informarli. Però ero contrattualmente libera e avevo un manager che si occupava di queste cose, non avevo colpe. Subii un’ingiustizia, perché quando si organizzò un evento dove invitarono gli ex cantanti di Amici andati al Festival io non fui coinvolta”.
A Sanremo arrivaste penultimi col brano “Tre fragole”. Fu una delusione?
“No, affatto. Anzi, vendemmo bene rispetto agli altri giovani. Dell’album ‘Altri tipi di storie’ erano state realizzate 15 mila copie e in breve tempo non si trovarono più stampe in giro”.
Come hai vissuto l’allontanamento dai riflettori?
“Inizialmente vivi in uno stato un po’ confusionale e stare a Milano non aiuta. Passi dall’essere super famosa alla normalità, da guadagnare certe cifre ad altre. I primi mesi non potevo camminare per strada, era pazzesco. Se non sei abituato può portarti all’esaurimento. I talent tirano fuori un cantante dopo l’altro e la notorietà può scemare. E’ deleterio, ma io avevo le spalle larghe, avevo sempre cantato. Prima di Saranno Famosi avevo realizzato centoventi spettacoli in un anno, dai localini ai grandi palcoscenici”.
Vieni ancora riconosciuta?
“Sì, il ricordo tra la gente è ancora vivo”.
Hai continuato a guardare Amici da spettatrice?
“Non lo seguo più e non lo dico per snobismo, ma proprio perché non guardo la televisione da tanto tempo. Ora insegno pure canto, quando la sera sono a casa e non ho da fare al massimo mi guardo qualche film o dei documentari”.
Sei rimasta in contatto con qualche compagno di viaggio di allora?
“Mi sento con Antonella Loconsole, fa sempre la cantante. Inoltre sono amica di Renato Sannio, un ragazzo con una bellissima testa, oggi fa lo sceneggiatore. Poi, essendo nati lo stesso giorno, ogni tanto mi scrivo con Antonio Baldes. Sul fronte dei professori sono rimasta in contatto con Luca Pitteri”.