Maria De Filippi e come riscrivere le basi della televisione
La rivoluzione di Maria De Filippi e delle sue scelte apparentemente in contrasto con le regole base della tv. L’ultimo atto ad Amici sabato scorso
In molti si proclamano rivoluzionari della televisione, in pochi lo sono. Maria De Filippi da anni riscrive le basi della tv. Quelle che studi all’università, che i grandi della tv ti insegnano nei master. Quelle che sembrano i punti di partenza intoccabili per chi si approccia al piccolo schermo. Quelle che ti viene da mettere in discussione di fronte alle trovate della conduttrice di Canale 5. Che si può apprezzare o criticare, ma che ha oggettivamente il merito di essersi inventata una sua cifra e di averla applicata in ogni sua creatura televisiva.
Lo stile
Maria De Filippi ha scelto da sempre uno stile in sottrazione, preferendo defilarsi rispetto al racconto televisivo. A Uomini e donne orchestra le dinamiche, ma lascia che siano i protagonisti a ‘sporcarsi le mani’, ad Amici per anni è sparita dal daytime (attualmente è presente solo in voce) e ha delegato agli autori Chicco Sfondrini e Luca Zanforlin, a Tu sì que vales ha il ruolo di giurata apparentemente paritario a quello dei colleghi.
Il vocabolario
Si è già scritto molto a questo proposito. Maria De Filippi ha inventato espressioni entrate a tutti gli effetti nel parlato della gente comune. Basti citare Uomini e donne, da dove si sono originati neologismi come ‘seduta’, ‘esterna’, ‘tronista’. Ma anche dal microcosmo di C’è posta per te sono emerse formule come ‘apriamo la busta‘ e ‘questa è la storia di‘.
La prossemica
Maria De Filippi a Uomini e donne è seduta sugli scalini, ad altezza cosce del pubblico in studio, a C’è posta per te passeggia durante il racconto delle storie, ormai diventato format nel format. Non sempre composta, sempre apparentemente naturale nelle pose e nelle reazioni fisiche, il suo modo di relazionarsi fisicamente con gli interlocutori soltanto negli ultimi anni si è scaldato, allontanandosi da una posizione inizialmente più glaciale.
I silenzi
Nel 2018 a C’è posta per te propose 8 minuti di silenzio totale, circostanza ripetutasi nel people show anche più di recente. E portata in scena anche in altri programmi, come ad Amici. Silenzi spesso accompagnati da una grafica (“aspettate“) che conduce lo spettatore in un ambiente metatelevisivo, con la televisione che si rivolge ‘a parte’ al telespettatore e offre il racconto della televisione stessa.
I tempi morti
A Uomini e donne resiste anche in piena pandemia (con piccola deviazione) il momento (cult) della discesa della scale da parte dei corteggiatori, con tanto di mascherina da indossare solo quando si è giunti sul palco (quest’anno è cambiato il jingle musicale). Sono spariti da poco, invece, i momenti danzereschi, con il ballo dei lenti lunghi quasi come l’intera canzone. Sabato scorso ad Amici la consegna delle magliette della corsa al serale ha occupato diversi minuti. In qualunque riunione di scaletta di qualsiasi programma televisivo sarebbero stati considerati sprecati e buttati via. E invece, pur senza particolari espedienti di post-produzione, quegli interminabili 10 minuti sembra non abbiano annoiato gli oltre 3 milioni e mezzo di telespettatori (media), alcuni dei quali evidentemente già consci dell’esito finale (la puntata infatti era registrata e le anticipazioni erano già circolate). Rimasti lì, incollati alla tv, ad osservare la scena della processione degli allievi chez Maria più anti-televisiva che esista.