Maria De Filippi e il no al canale su Discovery per 180 milioni: “Una cifra esorbitante, ma ho pensato fosse il caso di continuare il mio lavoro”
Le dichiarazioni di Maria De Filippi ad Alberto Dandolo per Oggi.
Con la fine di Temptation Island per ritrovare Maria De Filippi e i suoi programmi è necessario attendere il prossimo autunno quando tornerà con tutti i suoi programmi storici: Uomini e donne, Tu si que vales e Amici (oltre C’è posta per te e a tutta una serie di nuove produzioni tra Canale 5 e Italia 1). Ma la regina degli ascolti di casa Mediaset non si ferma quasi mai e solo qualche settimana fa a Roma ci sono state le prime registrazioni di C’è posta – con l’ospite hollywoodiano Bradley Cooper – e del talent che la vede in giuria insieme a Scotti, Zerbi e la new entry Mammuccari.
Intervistata da Alberto Dandolo per il settimanale Oggi (intervista in edicola da domani), Maria ha raccontato le ragioni della trattativa sfumata con Discovery che le aveva offerto 180 milioni e un intero canale a disposizione per tre anni:
Abbiamo parlato con i responsabili di Discovery della possibilità di avere un intero canale a disposizione: 180 milioni, una cifra esorbitante, non erano certo per me, ma per l’intera operazione. Per una programmazione 24 ore su 24 per tre anni non sono poi così tanti, considerando che si trattava di una rete “in chiaro” che doveva competere nel panorama televisivo. Da un lato è stata una grossa gratificazione, dall’altra avevo anche la paura di non essere all’altezza. Non si tratta solo di condurre o produrre per altri ma di creare un vero palinsesto e bisogna avere competenze anche nel marketing. Ho avuto l’impressione che si trattasse di un altro lavoro e ho pensato fosse il caso di continuare il mio.
La conduttrice è anche autrice e produttrice, ma non fa tutto da sola, anzi delega e con lei lavora una squadra di 180 persone:
È una questione di organizzazione, ma ho anche la fortuna di avere le persone giuste nei posti giusti. A differenza di quanto si può pensare, sono una che delega… Con me lavorano quasi 180 persone, e sono tutte importanti… Ho iniziato a produrre perché ho una struttura importante. Sabina Gregoretti è a capo di tutte le produzioni. E per tutti i programmi c’è un lavoro di squadra fatto da oltre 15 persone che collaborano con me e di cui mi fido completamente.
Di Maurizio Costanzo dice: “è sempre importante perché è quello che mi ha insegnato tutto. Maurizio è il mio equilibrio, se non avessi lui non avrei fatto questo mestiere“, mentre non si sente una regina della tv, nonostante tutto ciò che tocchi si trasformi in oro per l’azienda:
Non mi sento regina di niente. Siamo persone che riempiono un elettrodomestico, come il Dixan per la lavatrice.
La De Filippi ha anche raccontato di uno dei pochi flop della sua carriera (“Missione Impossibile”) e della paura, superata, di lanciarsi in altre produzioni:
Prima non accettavo l’idea di produrre altri programmi, perché ogni volta che un programma andava male la responsabilità era mia.. Ricordo Missione Impossibile, che forse era troppo avanti rispetto a quei tempi. Venivo da una scuola molto dura, per sette anni nelle riunioni non potevo dire una parola e dovevo adeguarmi alle scelte altrui. L’errore di quel programma era quindi la voglia di liberarmi e provare a fare da sola: mi chiesero se volevo degli autori e con aria sprezzante dissi di no. Ho preso una sonora bastonata, che mi è servita perché ho capito che certe figure servono eccome… L’idea di produrre mi piaceva e però mi spaventava. Oltre alla possibilità di sbagliare, che io invece contemplo e rivendico, c’era il fatto che, se sbagliavo, altre persone ne venivano penalizzate. Ma pian piano ho superato questa apprensione. E abbiamo fatto il Coca Cola Summer Festival e Temptation Island.
Infine, sugli introiti realizzati da Fascino, aggiunge:
Da Fascino non ho mai guadagnato un euro e mi va bene così. Ho sempre pensato – e questo me l’ha insegnato Maurizio – che i soldi non te li porti nella tomba e la vita che ognuno deve fare deve essere la vita che gli piace. Fascino per me è un lusso, è la società che mi permette di lavorare su quello che voglio e come voglio. Se avessi fatto di Fascino una società che doveva guadagnare tanto, avrei fatto un danno a me e ai programmi.