“Io e Maria De Filippi: 28 anni di lavoro insieme, la chiamavo la Belva. Tv trash? Dà quello che il pubblico si aspetta”
L’intervista di TvBlog a Vanessa Collini Sermoneta, autrice tv che ha lavorato al fianco di Maria De Filippi per quasi 28 anni
“Alla prima puntata di Uomini e donne io c’ero. Così come a quella di C’è posta per te. Alla primissima di Amici e di Temptation Island pure“. A parlare è Vanessa Collini Sermoneta, autrice tv che ha lavorato al fianco di Maria De Filippi per quasi 28 anni, dal 1993 al 2020. Da qualche giorno è disponibile (clicca qui per acquistarlo) il suo libro Figli di Maria, di cui ieri TvBlog ha pubblicato un estratto, quello che racconta quanto accaduto nelle ore della registrazione della serata dei Telegatti di maggio 2001.
Il titolo del libro sarebbe dovuto essere ‘Grazie, Maria!‘ Ma mi hanno che sarebbe risultato banale. Allora avevo pensato a ‘Maria Family‘, perché io per quasi 28 anni mi sono sentita parte della famiglia di Maria. Alla fine ho scelto ‘Figli di Maria’.
Vanessa Collini Sermoneta, qual è la sua storia?
È una storia che inizia nel 1993, sostengo un provino per partecipare ad Amici come pubblico parlante. Avevo 20 anni e mi piaceva un ragazzino che lavorava lì, un certo Malcom Pagani, oggi affermato giornalista. Quel mondo di Maria De Filippi dal 1999 è diventato un lavoro per me, prima come redattrice, poi come autrice. Fino a novembre 2020, quando ho lasciato.
Presentando il libro Figli di Maria lei ha spiegato “che nessuno lo ha voluto pubblicare“.
Ho contatto alcune grandi case editrici. Si sono dette interessate al libro, ma, in un paio di occasioni, mi hanno chiesto una lettera di accompagno di Maria. Come se lei dovesse dare il nulla osta. Perché? Spero qualcuno me lo spiegherà un giorno. Sinceramente, mi sono rifiutata di chiedere una lettera di accompagno a Maria…
Maria sapeva di questo libro?
È stata ovviamente informata. Le ho comunicato che il libro – un omaggio, un ringraziamento per tutto quello che con e grazie a lei sono riuscita a fare nella mia vita lavorativa e personale – era in pubblicazione. Non mi ha detto niente – spesso capita che non risponda – quindi va bene così.
Nella prefazione a cura di Giuseppe Rossi si legge che nel libro non c’è spazio per il veleno perché “Vanessa si è staccata da Maria, ma resterà per sempre una delle sue figlie“.
Nel rapporto con Maria non c’è veleno e quindi è impossibile trovarne. Certo, avrei potuto puntare su scoop, indiscrezioni e gossip per vendere una copia in più. Ma non sono fatta così.
Perché nel 2020 ha smesso di lavorare con la Fascino di Maria De Filippi?
Maria lavora 7 giorni su 7, circa 12 ore al giorno. Per un periodo ho tenuto quel ritmo anche io. Per dire: mi sono sposata il 2 settembre 2020, di mercoledì. Il giorno prima ho lavorato fino alle 18 e il giorno dopo alle 11 ero in ufficio perché si registravano due puntate di Uomini e donne. Non me chiese Maria, è che io sono fatta così. Ad un certo punto – dopo essermi divertita lavorando a cose che per me sono fighe – mi sono resa conto che avevo poco curato la famiglia. E allora mi sono detta: “Ora voglio rallentare”.
Maria ha provato a trattenerla?
Quando le ho comunicato la mia intenzione di lasciare… non ha fatto i salti di gioia, ecco. Ha compreso che il problema non era economico. Semplicemente non riuscivo più a conciliare tutto.
Adesso di cosa si occupa?
Continuo a fare l’autrice tv. Per Greenboo (ex Lotus Production) di Marco Belardi ho realizzato Inside Gemelli, docuserie in 9 puntate disponibile su Rai Play. Su questa piattaforma è in arrivo anche Together, docu di 60 minuti ambientata nella casa circondariale di Pozzuoli. E poi lavoro a Sorgente di vita, un programma storico di Rai3 nato, come me, nel 1973, a cura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Qualche anno fa ho fatto una conversione all’ebraismo e nel 2019 ho trovato Marco. L’ho sposato nel 2020, in piena pandemia, al matrimonio c’era anche Maria. Mi ricordo la sua battuta: “Per sposarti dovevi aspettare il covid!“.
Tornerebbe a lavorare per Maria De Filippi?
Ero una dipendente di Fascino. Mi sono dimessa, non so quanti lo avrebbero fatto in piena pandemia. Comunque, non credo tornerei da assunta, ma se mi venisse proposta una collaborazione non la escluderei.
Ci sono ‘Figli di Maria’ che la rinnegano?
No. Alcuni giornalisti con la g minuscola hanno messo in bocca a personaggi dei programmi di Maria frasi che non corrispondono a realtà e che non hanno mai detto. Ogni volta che incontro i Figli di Maria tutti sono felici di essere nati con lei.
A quali tra questi è più legata?
Tina Cipollari, Claudia Montanarini, Costantino Vitagliano e Alessandra Pierelli, perché ho iniziato con loro. Ma anche Giuseppe Lago: ricordo che andammo a Parigi per girare una puntata. Il giorno dopo la messa in onda mi chiamò la produttrice Sabina Gregoretti (il braccio destro di Maria De Filippi, Ndr) e mi disse: “Abbiamo fatto il 40% di share“. Ed ancora: Anna Munafò, seconda a Miss Italia, all’inizio mi stava antipatica, poi Maria la scelse come tronista. Quattro anni fa sono stata sua testimone di nozze e domenica prossima la raggiungerò a Milazzo, dove vive, perché le è nato il secondo figlio. È diventata una mia grande amica.
Nel libro racconta anche le vacanze trascorse con Maria, la sua famiglia e il gruppo di collaboratori stretti. Il lavoro si è mescolato spesso con la vita privata?
Con Maria ci siamo trovate: è nato un gruppo che sta bene insieme, sia a lavoro, sia a mangiare una pizza la sera. In vacanza per me Maria era un’amica, il giorno dopo a lavoro era il mio capo.
“Stiamo facendo un programma brutto“. Le è mai capitato di dirlo in una riunione a Maria?
Non mi sono mai trovata a fare cose che non mi piacevano. Nel 2007 Un due tre stalla, programma prodotto da Simona Ercolani, non girava bene. Così subentrò Fascino e Maria mi chiese di gestire le ‘vallette’. Chi l’ha detto che una bella ragazza sia solo una bomba sexy? L’umanità bisogna saperla coglierla. E anche laddove un programma non ti piace, devi essere in grado di lavorarlo. Sono molto d’accordo con Pier Silvio Berlusconi che qualche mese fa ha detto che è l’autore a fare la differenza: un personaggio può darti nulla o può darti molto. Dipende da come lo lavora l’autore. Deve essere in grado di ascoltare, deve avere voglia di conoscere le persone.
Uomini e donne lo guarda ancora?
Diciamo che a quell’ora la televisione a casa mia è spenta.
Nel libro racconta di aver salvato in rubrica il numero di Maria con il nome ‘La Belva’.
Maria è un grande lavoratrice, una persona molto generosa, ma è un datore di lavoro molto esigente. Io ho fatto parte del ristretto cerchio di persone di cui si circonda e ne ho beneficiato, ma quando le cose non vanno bene o vengono gestiste come non piace a lei può capitare di ricevere telefonate in cui ti urla contro: ‘Che cavolo state facendo?’ (ride, Ndr). Belva mi sembrava un nome divertente, come la Belva umana del film di Fantozzi.
Maria De Filippi è un capo che preferisce circondarsi di persone che tendono a darle sempre ragione?
Era il mio capo, l’ho sempre rispettata, ma spesso abbiamo discusso. A Maria piace molto ascoltare i pareri delle persone con cui lavora, si interfaccia, si mette in discussione.
I Figli di Maria – intesi come i programmi a cui lei ha lavorato, ma anche come i personaggi che da lì sono esplosi – sono stati e sono ancora oggi accusati di essere la rappresentazione del trash.
Chi fa televisione vive di ascolti. Trash? Noi portiamo in tv quello che lo spettatore vuole vedere. E lo spettatore è uguale a quello noi portiamo in televisione. Anzi, talvolta siamo andati in sottrazione, tagliando qualcosa che sarebbe poi stato considerato trash. Capita spesso di dover frenare: dall’abbigliamento al linguaggio, fino al modo di comportarsi. Se Uomini e donne non venisse così tanto visto, noi il giorno dopo non racconteremmo più i bisticci di Tina e Gemma, ma magari una poesia. Che però non funziona allo stesso modo.