Marco D’Amore e Salvatore Esposito: “Gomorra 5 sarà la somma di tutte le esperienze di Ciro e Genny” (Video)
Le dichiarazioni a TvBlog di Marco D’Amore e Salvatore Esposito, protagonisti della stagione finale di Gomorra, in onda da stasera su Sky.
A partire da stasera, venerdì 19 novembre 2021, avrà inizio la stagione finale di Gomorra – La Serie, la serie nata da un’idea di Roberto Saviano, in onda su Sky Atlantic, in prima serata.
Marco D’Amore e Salvatore Esposito torneranno a vestire i panni di Ciro Di Marzio (personaggio che ha “saltato” la quarta stagione, in quanto creduto morto alla fine della terza) e di Genny Savastano che, nella scena finale della quarta stagione, l’abbiamo trovato costretto a rifugiarsi in un nascondiglio sottoterra dove ha iniziato la propria latitanza.
TvBlog ha intervistato Marco D’Amore e Salvatore Esposito.
Gomorra 5: le dichiarazioni di Marco D’Amore e Salvatore Esposito
In Gomorra 5, ci sarà una reale resa dei conti o, alla fine, verrà lasciato uno spiraglio per un eventuale futuro?
Marco D’Amore: “Quello che ci siamo detti e raccontati è molto chiaro, non a caso l’inciso sotto Gomorra è The End, la fine. Che sia o meno una resa dei conti, lasciamolo scoprire agli spettatori. Gomorra 5 sarà sicuramente un racconto in cui, al centro, metteremo questi due enormi protagonisti che, nel tempo, si sono giurati amicizia, fedeltà, si sono odiati, si sono fatti del male e che arrivano a quest’ultimo capitolo con un carico di esperienza, e anche di dolore, che grava loro soprattutto sull’anima. Scopriremo, dopo tanto tempo, cosa saranno capace di dirsi”.
Salvatore Esposito: “Sarà un po’ una resa dei conti dei sentimenti. È un percorso, il loro, che li ha portati da Gomorra 1 a diventare tante cose, fratelli, padre e figlio, migliori amici, amanti, nemici, rivali. La quinta stagione sarà la somma di tutte queste esperienze tra Genny e Ciro e vedremo poi, attorno a loro, come gli altri personaggi reagiranno a tutto ciò che accade tra loro”.
In questa quinta stagione, Marco, hai voluto volontariamente rovinare l’immagine fisica di Ciro di Marzio. Quali sono i motivi alla base di questa scelta?
Qui, accanto a me, ho uno degli attori a cui ho visto fare i cambi fisici più straordinari, non dico della storia della televisione ma quasi… È davvero incredibile quanto questa serie ci offra la possibilità di cambiare. Le serie fanno dei loro personaggi, delle maschere, che devono rimanere impresse nella mente degli spettatori. Noi siamo riusciti a costruire evoluzioni incredibili. Mi piace pensare che a Ciro i giubbetti vadano stretti, che non gli entrino più i suoi pantaloni attillati, che tutto quell’appeal, quel fascino piratesco che aveva, sia svanito perché, alla fine di un percorso di una vita del genere, non può che sfigurarsi il volto, non può che imbiancarsi la barba, non posso dire perdere i capelli perché già non li teneva all’inizio! È stato bello imbruttire il personaggio.
Salvatore, in questi 7 anni di Gomorra, c’è stato il rischio che i fan della serie mitizzassero i vostri personaggi?
No. Noi raccontiamo degli antieroi, degli archetipi, dei personaggi che, in modo molto reale, come abbiamo raccontato da Gomorra 1 in poi, non vivono delle belle vite, rischiano di morire da un momento all’altro, persone che se gli va bene vanno in galera, persone che perdono ammazzate, trucidate, le persone che più amano. Noi raccontiamo dei perdenti, delle persone che, anche se hanno soldi o belle case, sono morte dentro. Qualcuno cammina e viene chiamato Immortale, qualcun altro è morto dentro perché quello che ha subito Genny in Honduras ha ammazzato un po’ una parte di lui, come ha ammazzato una parte di lui perdere suo fratello, perdere sua madre, far ammazzare suo padre, ammazzare il suo sogno, perché Genny, in Gomorra 4, voleva costruirsi e costruire per suo figlio un futuro diverso e, invece, si è reso conto che il suo destino non era quello. Stiamo parlando di due morti che camminano, quindi non so cosa ci sarebbe da mitizzare.
In un successivo incontro con gli attori, Marco D’Amore e Salvatore Esposito hanno risposto ad altre domande.
Marco, quanto è stato faticoso il doppio ruolo di attore e regista?
È stato molto faticoso, molto più che ne L’Immortale. I tempi di girato de L’Immortale furono di 7 settimane di cui 3 settimane dedicate al racconto d’epoca in cui io non ero in scena. In questa quinta stagione, la mia presenza è massiccia, quindi, dividermi è stato complesso, il mio lavoro è stato agevolato dalla mia troupe che ha colmato i miei vuoti, le mie mancanze, che mi ha capito nelle giornate più faticose. E grazie anche alla capacità dei miei colleghi che non hanno mai confuso l’amicizia con il mestiere, hanno sempre saputo mantenere sul set una distanza che regolasse il nostro rapporto professionale. Fuori dal set, ovviamente, ci amiamo…
Salvatore, hai avuto anche tu, durante le riprese, la tentazione di passare dietro la macchina da presa?
Gomorra è stata la mia prima esperienza, è stato quello che non mi sarei mai aspettato nella vita. Tutto quello che ho ricevuto in questi anni è stato molto di più di quanto mi aspettassi: ho recitato in altri progetti, in Italia e all’estero, ho scritto il mio primo romanzo. Sono curioso anch’io di sapere cosa mi riserverà la vita nei prossimi anni. Gomorra non è stata semplicemente una scuola a livello umano, è stata anche una grande scuola di formazione. Noi attori, e anche le maestranze, siamo cresciuti con il passare degli anni. Abbiamo capito tantissime cose che, nelle scuole, non insegnano, abbiamo capito che potevamo confrontarci con universi diversi, come la scrittura, la regia, la produzione che, forse, non consideravamo nemmeno. Nella vita, dico mai dire mai. Non è un’idea che nego. Mi è stato consigliato di fare un documentario, fatto esclusivamente da noi attori di Gomorra, con tutte le cose più divertenti della serie! Quello sì che sarebbe un successo, dobbiamo dare i diritti!
Marco D’Amore:
Abbiamo già il titolo: Sodoma!