Marco Bianchi a Blogo: “Il Gusto della Felicità arriva su Food Network. Il giudice in un talent? Solo se è vegetariano”
Intervista a Marco Bianchi, che torna su Food Network con Il Gusto della Felicità.
Marco Bianchi torna su Food Network con Il Gusto della Felicità (da questa sera, 28 novembre, canale 33). “Si può ritrovare la felicità attraverso le scelte alimentari, in base alle esigenze di ognuno. Lo sostengo da sempre: attraverso il cibo, oltreché fare prevenzione, si può anche ritrovare la serenità”, ci dice il food mentor che farà un viaggio nelle abitudini alimentari di chi ha deciso di cambiare stile di vita per mangiare meglio e rimettersi in forma. “Con questo programma voglio far capire che si può essere più sereni facendo la giusta scelta e confezionando i piatti migliori”.
Quali storie racconterete?
“Ho selezionato i protagonisti su quelle che erano le storie più emozionanti, ma anche più vere. Volevo che la gente a casa si identificasse in queste perosne. Ho scelto persone con problemi che tutti possono avere, dalla sindrome del colon irritabile alla pancia gonfia, a un leggero sovrappreso a una intolleranza al glutine. Queste sono problematiche che toccano un po’ tutti. Le ricette sono studiate sulla base di queste problematiche. Da questo punto di vista ho cercato di introdurre un nuovo modo di ragionare”.
Questo non è un semplice format di ricette.
“Non lo è, è un vero e proprio modo di ragionare. E poi diventa un modo per essere più attenti alla scelta del cibo. Va oltre al classico format televisivo legato al cibo”.
Tra intolleranze e celiachia, se ne sente parlare molto di più rispetto al passato. Perché?
“Per molti è una moda. Basta stare leggermente male, che le persone tendono a farsi le diagnosi da sole, seguendo ciò che è più diffuso. È vero che sono aumentate le intolleranze e le sensibilità, lo dicono i numeri: mangiamo un po’ male, per la fretta. Ne è un esempio l’abbondanza di glutine. Sono continui errori che ci portano a essere sensibili o intolleranti a qualcosa”.
Sempre più persone guardano i programmi di cucina e replicano quelle ricette, ma non c’è mai un racconto del cibo.
“All’italiano piace mangiare, e abbiamo la fortuna di avere una gran voglia di cucinare. A volte, però, non badiamo a ciò che mettiamo nella pancia. Le persone guardano la tv e rimangono imbambolate per un certo tipo di prodotto, e in automatico diventa tutto un problema di accumulo di alimenti”.
Invece nel tuo programma ci sono delle pillole di scienza.
“Questo è quello che mi caratterizza, forse sono l’unico che lo fa. Sono l’unico a parlare di cibo ma anche da un punto di vista scientifico. Aiuta tanto perché alla fine ti permette di dare quelle informazioni in più di cui abbiamo bisogno. Non basta più mangiare, si ha l’esigenza di dover raccontare il cibo. Non solo la sua storia, ma cosa fa male e cosa fa bene. La scienza è protagonista perché senza scienza non possiamo raccontarlo”.
I tuoi colleghi dovrebbero seguire il tuo esempio?
“Nì. Sicuramente potrei invitare alcuni di loro a evitare di sparare cose a vanvera. A volte sento dei colleghi che emettono sentenze veramente errate dal punto di vista scientifico”.
Il Gusto della Felicità è anche un libro.
“E’ uscito a settembre e sta andando molto bene. Infatti ho voluto ripercorrere quel concetto: la felicità, non per forza materica, possa diventare anche un modo per aiutarsi e migliorarsi, anche nella quotidianità”.
Faresti il giudice di un talent culinario?
“Non mi dispiacerebbe. Ma dovrei essere un giudice un po’ particolare: non mangio carne, non la cucino. Se in un game show fossi costretto a mangiar carne, purtroppo non potrei. Se però fosse un Masterchef alla vegeteriana ben volentieri”.