Manuel Bortuzzo vuole il Grande Fratello Vip. La richiesta arriva direttamente dalle pagine del Messaggero, con il giovane intenzionato a portare il tema della disabilità nel reality di Canale 5. “Ne parlavo a pranzo un giorno con mio padre e l’ho buttata lì. Poi però riflettendoci non credo sia una proposta così peregrina. La forza del Gf sta nel proporre i personaggi nella propria quotidianità. Questo implica pregi e difetti, limiti e risorse. Lancio la provocazione, vediamo se qualcuno la raccoglierà”.
Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019 Bortuzzo venne colpito alla schiena da due proiettili sparati in piazza Eschilo a Roma. Da quel giorno vive su una sedia a rotelle, ma non si dispera.
“In questo modo tutta Italia capirebbe cos’è davvero vivere ogni singolo giorno con la disabilità. Cosa vuol dire alzarsi, vestirsi, fare le cose minime. Non dobbiamo mica sempre suggerire la stretta al cuore, bisognerebbe anche imparare a ridere dei nostri limiti. Noi lo facciamo e questo ci salva la vita. La gente non sa avvicinarsi alla disabilità. C’è un imbarazzo che noi percepiamo al volo, ci sono persone coraggiose che stanno rompendo questo muro”.
Oggi Bortuzzo è un volto fisso di Italia Sì, programma in onda il sabato su Rai1. “L’anniversario della sparatoria? Cerco di farmelo scivolare addosso. Non esco listato a lutto. Sto con i miei amici e tutto passa. Anche perché da una cosa tremenda ne sono nate pure tante belle. Ho smesso di angosciarmi con l’idea costante di riprendere a camminare, lo vorrei e ci sto lavorando, ma non mi do più scadenze. Se accadrà sarà stupendo, se non accadrà, a due anni dalla sparatoria posso dire che ho trovato un mio benessere anche così”.
In realtà, non sarebbe la prima volta di un disabile all’interno della casa di Cinecittà. La nona edizione del Gf – versione ‘nip’ – vide infatti la discussa partecipazione di Gerry Longo, ragazzo non vedente: “Il mio Gf personale l’ho vinto”, affermò a TvBlog dopo l’eliminazione. “Ho sperimentato me stesso e penso di aver raccontato in maniera propositiva un modo di essere disabili che spesso la tv non riesce a raccontare”.