Come finisce Manifest? Il finale del mistery drama su Netflix lascia perplessi e delude
È stato volo turbolento, non senza scali, attese e nuovi decolli verso nuove mete. Ma il viaggio di Manifest è finalmente concluso: con i dieci episodi della Parte 2 della stagione 4 disponibili da venerdì 2 giugno 2023 su Netflix, si conclude il mistery drama inizialmente nato sulla tv generalista e poi approdato sulla piattaforma
È stato volo turbolento, non senza scali, attese e nuovi decolli verso nuove mete. Ma il viaggio di Manifest è finalmente concluso: con i dieci episodi della Parte 2 della stagione 4 disponibili da venerdì 2 giugno 2023 su Netflix, si conclude il mistery drama inizialmente nato sulla tv generalista e poi approdato sulla piattaforma streaming.
La storia di Manifest
Era il 2018, infatti, quando la Nbc mandò in onda la prima puntata della serie ideata da Jeff Rake e che vede tra i produttori il regista Robert Zemeckis (“Ritorno al futuro”, “Forres Gump”, “Cast Away”), vista da oltre dieci milioni di telespettatori. Il volo di Manifest sulla tv in chiaro durò tre stagioni (da noi fu mandato in onda su Premium Stories e poi su Canale 5), fin quando il network statunitense, considerato il calo di spettatori, decide di cancellare la serie.
Nel 2021, pochi mesi dopo la cancellazione, Netflix annunciò di aver ordinato in esclusiva una quarta ed ultima stagione di venti episodi: una mossa dovuta al grande interesse degli abbonati alla piattaforma verso le prime tre stagioni, che appena furono inserite in catalogo registrano visualizzazioni record.Così, Manifest è riusciuto a garantirsi un atterraggio, vale a dire un finale vero e proprio, in cui l’idea iniziale di Jeff Rake si è concretizzata davanti al pubblico. Ma come finisce Manifest? Scopriamolo insieme ma, ovviamente, occhio agli spoiler!
Il finale di Manifest
Sono passati otto mesi dal finale di midseason: gran parte dei passeggeri del volo Montego Air 828 sono reclusi in un centro appositamente pensato per loro. Le loro chiamate sono smistate da un’unità di Polizia speciale, che però necessita ancora dell’aiuto di chi, in questi anni, è diventato esperto nella risoluzione delle visioni, vale a dire Ben (Joshua Dallas), Michaela (Melissa Roxburgh) e Jared (J. R. Ramirez).
Fuori dal Centro, intanto, Angelina (Holly Taylor) sta radunando i suoi seguaci, anche loro passeggeri, per convincerli che è lei la salvatrice. La ragazza non è morta nel decimo episodio della stagione, ma il zaffiro di cui era entrata in possesso si è “fuso” dentro di lei, dandole la possibilità di comparire come visione, anche sotto forma di altre persone, ai passeggeri.
È lei la nemica principale contro cui i protagonisti devono combattere. Grazie anche all’aiuto di Cal (Ty Doran), Angelina viene portata al centro, ma tramite un gesto a sorpresa riesce a cancellare le chiamate a tutti, tranne che a Cal, che diventa così l’unico a poter avere le visioni.
La seconda parte della stagione 4 compie così un altro salto nel tempo, arrivando prima ad un mese dalla “data di morte”, ovvero il 2 giugno 2024, e poi a pochi giorni. Scopriamo che Drea (Ellen Tamaki) è incinta di Jared, che nel frattempo si è rimesso con Michaela, che ha superato il lutto per la morte di Zeke (Matt Long), mentre Cal sta dando tutto se stesso per permettere di risolvere più chiamate possibili.
A poche ore dal 2 giugno, il gruppo protagonista si riunisce: e proprio con un’intuizione di Saanvi (Parveen Kaur) e di Olive (Luna Blaise) si scopre che la chiamata finale deve essere risolta là dove la scienziata aveva gettato lo zaffiro. È qui che Cal, la notte prima del giorno dei giudizio, si sacrifica, unendo il proprio potere a quello contenuto dallo zaffiro nella crepa.
Sul posto giunge anche Angelina, che nel frattempo è fuggita dal centro e si sposata con Eagan (Ali Lopez-Sohaili) il quale, però, intuisce le sbagliate intenzioni della donna e all’ultimo istante si allea con Ben e Michaela. Là dove Saanvi aveva gettato il zaffiro, il 2 giugno, riemerge l’aereo su cui avevano viaggiato nel pilot della serie.
I passeggeri salgono per la loro ultima prova: ma durante il volo, alcuni di loro implodono e diventano cenere. Il messaggio è chiaro: chi ha seguito le chiamate e fatto del bene si salverà, chi invece è stato egoista sarà ucciso. Gran parte dei passeggeri si salva (compreso Eagan, con un gesto d’altruismo dell’ultimo momento), mente Angelina viene punita.
Lo spirito maligno che emerge dalle ceneri dei non sopravvissuti prova ad attaccare chi è ancora a bordo dell’aereo, ma Ben e Michaela lo cacciano, dimostrando coraggio e facendo vincere il Bene sul Male. Resta solo una cosa: portare l’aereo dentro il bagliore, quello stesso bagliore che nel 2013 li aveva inseguiti e privati di cinque anni e mezzo delle loro vite.
Così facendo, l’aereo si ferma ed il portellone si apre: i passeggeri possono scendere, ritrovandosi… nel 2013. Ad attender Ben e Michaela ci sono Grace (Athena Karkanis), loro madre e Jared, per cui non è successo nulla. Solo i passeggeri sanno cosa hanno vissuto, ad eccezione di Cal, che è tornato in vita ma è bambino, così come Olive. A Vance (Daryl Edwards), invece, il compito di risolvere il mistero degli undici passeggeri non presenti sul volo, ovvero quelli che non sono sopravvissuti al giorno del giudizio.
Per i protagonisti si prospetta dunque una seconda opportunità: Ben e Grace tornano insieme a casa, Michaela decide di lasciare Jared, sapendo che incontrerà Drea, e corre a prendere un taxi: ricorda infatti che Zeke le aveva detto che il giorno dell’atterraggio del suo volo ne guidava uno. I due si ritrovano e, in qualche modo, sanno di essere connessi.
“Tutto è collegato”, ma che pasticcio!
Il finale di Manifest sarà quello che Jeff Rake ha sempre avuto in mente, ma probabilmente ha dovuto eliminare alcuni pezzi del puzzle, avendo a disposizione “solo” altri venti episodi. Il vero problema della conclusione di Manifest, però, non è questa, quanto il pasticcio e la sensazione di perpelessità che rimane dopo l’ultima scena.
Ci sono volute quattro stagioni e cinque anni per i protagonisti per tornare al punto di partenza. Certo, hanno imparato a prendersi cura gli uni degli altri, a rispettare i segnali che il destino mette davanti a loro e ad apprezzare ogni istante della loro vita. Ma resta poco chiaro il motivo per cui siano stati scelti proprio loro per questa avventura.
Un motivo che, evidentemente, non c’è: dietro la sparizione del volo 828 non c’è una spiegazione legata ai passeggeri, ma una prova divina che il caso ha voluto capitasse a loro, tutto qui. Il finale di Manifest, per il resto, si appoggia ancora alla risoluzione degli enigmi che diventano casi di puntata e che portano, frettolosamente, ad un finale che non può soddisfare pienamente chi ha intrapreso questo viaggio.
Sembra quasi che nello scrivere l’ultima puntata, alla domanda “perché è accaduto tutto questo?” gli sceneggiatori abbiano risposto semplicemente “perché sì”. Ecco che allora, tutti gli indizi, i segnali e le connessioni non portano a nessuna rivelazione, se non quella per cui ai protagonisti viene data la carta per tornare al punto di partenza. Si riuniscono gli affetti, ci sono nuove consapevolezze, ma non basta a giustificare una serie che per quattro stagioni ha insistito nel dire che “tutto è collegato” e che, alla fine, si è sconnessa da un finale degno di un mistery.