Home Criminal Minds Mandy Patinkin contro i crime e Criminal Minds: “Il mio più grande errore”

Mandy Patinkin contro i crime e Criminal Minds: “Il mio più grande errore”

Mandy Patinkin si scaglia contro Criminal Minds, dove ha recitato per due stagioni, e contro tutti crime, che secondo lui sono troppo violenti

pubblicato 19 Settembre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 01:44

Che ingrati, questi attori americani! Eppure, per una Ellen Pompeo che accetta di continuare a recitare in “Grey’s anatomy” sebbene le trame inizino a sembrarle senza un filo logico, c’è un Mandy Patinkin che ammette senza pudore di aver commesso qualche errore nella sua carriera, e di avervi posto rimedio prima di pentirsene.

Com’è noto, Patinkin, ora in onda col lo splendido “Homeland”, era stato uno dei volti di punta di due serie tv della Cbs, “Chicago Hope” e “Criminal Minds”, che lasciò entrambe alla seconda stagione. Ma se nel primo caso si trattò di una decisione dovuta alla volontà dell’attore di stare più tempo con la sua famiglia (“I miei figli erano piccoli, lavoravamo sedici ore al giorno”), nel secondo la questione si fa meno romantica.

Non è un mistero che Patinkin non condividesse l’eccessiva violenza della serie, tanto da decidere di lasciare lo show, con Gideon che, nella prima puntata della terza stagione, lascia il gruppo dopo l’omicidio di una vecchia amica. Al “New York Magazine”, però, l’attore rincara la dose, senza risparmiare lo show che sarebbe diventato uno dei telefilm più visti della rete:

“L’errore pubblico più grande che ho fatto è stato scegliere di fare Criminal Minds. Pensavo fosse qualcosa di diverso. Non pensavo che avremmo ucciso e violentato tutte queste donne ogni giorno, ogni notte, settimana dopo settimana, anno dopo anno. E’ stato distruttivo per la mia anima e la mia personalità. Non pensavo che avrei voluto tornare in televisione”.

A fargli cambiare idea è stato lo show in onda su Showtime, in cui l’attore intepreta Saul, agente della Cia ma soprattutto mentore della protagonista Carrie (Claire Danes). Un drama forte, sì, ma mai violento nelle scene e dove ogni azione ha le sue conseguenze ragionate:

“Ero veramente interessato alle reazioni emotive di Saul. Prega? Dorme? Ad un certo punto parla delle sue figlie, ho pensato ‘Le vedremo mai?’. Ho capito di cosa parlava la storia: di famiglia. E’ uno show sul rapporto padre-figlia tra Saul e Carrie, sulla famiglia di Brody, sul gruppo familiare all’interno della Cia, e dell’intero mondo unito come una famiglia”.

Ma c’è dell’altro per Patinkin, che non si fa desiderare se deve ancora denigrare il suo passato lavorativo. Perchè per lui (e non solo) “Homeland” può permettersi di essere duro in alcune scene, perchè funzionali al racconto intero, mentre “Criminal Minds” contribuirebbe solo ad alimentare il genere crime, uno dei più seguiti in America e che mostra una violenza gratuita:

“Non giudico il gusto di chi vede questo tipo di show. Ma sono preoccupato per l’effetto che hanno. Il pubblico in tutto il mondo segue queste storie prima di andare a dormire. Non abbiamo bisogno di questo per sognare. Uno show come Homeland è l’antidoto. Si domanda perchè ci sia bisogno di violenza in primo luogo”.

Vedremo se la seconda stagione dello show sarà ai livelli della prima: Patinkin non rivela spoiler anche perchè non vuole saperli, ma racconta di come ha capito che la serie aveva fatto centro quando ha scoperto che un ex Presidente ne era diventato fan. Ad una cena di raccolta fondi per Obama, ha incontrato Bill Clinton, che ha ammesso di aver visto la prima stagione in due giorni.

A fine cena, l’ex Presidente lo ha chiamato per dirgli “Continua con Homeland”. Non sia mai, aggiungiamo noi, che molli anche questa serie.

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