Màkari 2, anche per la seconda stagione “è una questione di chimica”: la recensione
Tra Claudio Gioè, Ester Pantano e Domenico Centamore la sintonia è giusta: e si vede davanti alla telecamera
Fonte: Valentina Glorioso
Può una serie tv giunta appena alla seconda stagione diventare già un atteso appuntamento per i telespettatori? Assolutamente sì. Di esempi ce ne sono tanti, e Màkari 2 fa parte di questo elenco. La seconda stagione della serie co-prodotta da Rai Fiction e Palomar (in onda su Raiuno e su RaiPlay), seppur sia relativamente giovane -la prima stagione è andata in onda neanche un anno fa, nel marzo 2021- ha già conquistato una larga fetta di pubblico. Com’è possibile? E’ molto semplice.
Màkari 2, la recensione
Tanto per citare una delle canzoni più canticchiate dell’ultimo Sanremo, il successo di Màkari è tutto “una questione di chimica”: quella che si è instaurata tra i tre personaggi principali, capaci di innescare tutto ciò a cui serve a questa serie per poter catturare il pubblico.
Perché Claudio Gioè, Ester Pantano e Domenico Centamore, a seconda di come sono combinati l’uno con l’altro, hanno dato vita nel corso degli episodi della prima stagione a varie miscele che, evidentemente, il pubblico ha apprezzato. Gioè e Centamore costituiscono la “strana coppia”, capace di generare momenti di commedia ed al tempo stesso garantire alla trama gialla di procedere senza intoppi; mentre il duo Gioè-Pantano si fa portavoce della linea rosa, quella romantica, e Pantano-Centamore rappresentano un rapporto quasi padre-figlia, di protezione ed affetto.
Un effetto che torna, ancora più forte, nella seconda stagione, in cui più che il caso di puntata diventa interessante scoprire come Lamanna, Piccionello ed Ester affronteranno gli ostacoli più o meno ironici davanti a cui si troveranno: da una nuova opportunità lavorativa ai rapporti con i nuovi personaggi (su tutti Teodoro, interpretato da Andrea Bosca), fino alla love story che resta ancora dominante dentro tutto il racconto.
Solo tre interpreti, tre personaggi, ma la cui combinazione ha riservato quindi numerosi spunti in fase di scrittura: certo, il merito va anche al lavoro fatto da Gaetano Savatteri, dai cui libri editi da Sellerio è tratta la serie. Ma non era così scontato che una saga letteraria di successo diventasse anche una serie tv così popolare.
Gran parte del merito va sicuramente alla sopra citata chimica tra i tre attori protagonisti, ma anche inevitabilmente alle location siciliane, che continuano ad essere più che un semplice sfondo alle storie raccontate, ma un vero e proprio inno alla bellezza italiana.
Ma è anche curioso osservare come Palomar si sia ormai specializzata in racconti tv capaci di diventare a se stanti, quasi senza l’ossessione di creare una serialità a tutti i costi. Da Montalbano ai Delitti del BarLume, fino al recente Monterossi, la casa di produzione di Carlo Degli Esposti punta prima di tutto sul gruppo di lavoro, base di partenza fondamentale su cui costruire tutto l’impianto narrativo che ne segue. E trovata la chimica giusta, il risultato non manca.