MAINSTREAM CULT: quando le tv perdono la testa, e la testa si ritrova magari a Lugano
Lo dicono i santoni del pensiero to day: la cultura mainstream è quella che piace a tutti, ed è quella che oggi è soprattutto figlia delle immagini: cinema, televisione, internet… Ma siamo proprio sicuri? Propongo un caso. Sono stato invitato dalla Televisione Svizzera Italiana, sede a Lugano, per registrare due serate- da mandare in prima
Lo dicono i santoni del pensiero to day: la cultura mainstream è quella che piace a tutti, ed è quella che oggi è soprattutto figlia delle immagini: cinema, televisione, internet…
Ma siamo proprio sicuri? Propongo un caso. Sono stato invitato dalla Televisione Svizzera Italiana, sede a Lugano, per registrare due serate- da mandare in prima serata-dedicate a due maestri del cinema: Federico Fellini e Alfred Hitchcock.
Ad entrambi ho dedicato un libro, rispettivamente. Perchè Fellini nel 2010 avrebbe compiuto 90 anni e soprattutto perchè sono trascorsi cinquantanni dalle prime proiezioni del suo film forse più famoso, “La Dolce Vita”, in un vespaio di polemiche, scandali, premi a Cannes, consensi e insulti. E perchè, per quanto riguarda il maestro dei brividi, Hitch, sono passati trent’anni dalla morte,e ho sentito il bisogno di raccontarne vita, carriera e…delitti.
Sono stato molto felice che degli anniversari, e della necessità di tornare sui due grandi registi, sia stata la Televisione Svizzera Italiana: efficace, ben organizzata, in possesso nonostante i pochi mezzi disponibili di documenti veramente straordinari.Partecipando alla registrazione (le serate andranno in onda entro aprile) mi sono trovato di fronte a brani in interviste sia a Fellini che ad Hitch, realizzati in epoche diverse, molto valide, molto interessanti, capaci di far rivivere- come è accaduto nella doppia registrazione- ricordi, idee, spunti.
L’idea di dedicare due serate intere alla famosa coppia mi è sembrata, più che inusitata, assolutamente rivoluzionaria. Al di là delle citazione e dei commenti, nelle serate saranno trasmessi: per Fellini “La Dolce Vita”, e per Hitch le due versioni di “L’uomo che sapeva troppo” (1934-1955), e “La finestra sul cortile”. Una straordinaria occasione non solo per gli appassionati di cinema ma per tutto il pubblico della televisione generalista qual è anche quella della Tv Svizzera Italiana.
Due serate così non sono pensabili nè per la Rai nè per Mediaset nè per la 7. Le serate sono piene di appuntamenti dannosamente fissi. Non solo i reality e le isole dei poveracci (di idee), ma anche le trasmissioni di informazione e approfondimento (che, nella maggioranza dei casi, approfondiscono la genericità e la voglia di piacere dei conduttori).
Non altrimenti avviene alla radio, anche quella culturale, che si sveglia tardi anche se va in onda in serata e sbadiglia sugli specchietti delle allodole della attualità fasulla (roba rimasticata) o del gossip però ripassato in padella, proveniente dagli scarti dei contenitori dove tutto fa buon peso, ma soprattutto le sciocchezze.
Peccato che la Tv Svizzera non abbia potuto trasmettere il mio docufilm “Via Veneto Set” per una intricata, burocratica, meravigliosamente archiviata, questione di diritti. A Lugano lo avevano visto e apprezzato, e avevano previsto la trasmissione dell’intero docufilm ma. dopo varie tiritare, sono stati costretti a desistere, e si sono dovuti accontentare della mia presenza per Federico che per Alfred.
Meno male che “Via Veneto Set” è stato presentato, dopo dodici repliche del recente passato, su RaiSatCinema, canale ormai seminascosto dopo l’uscita di RaiSat dal pacchetto Sky. Lo hanno presentato il 22 gennaio, nello stesso giorno in cui alla Casa del Cinema di Roma Carlo Lizzani, Francesco Alò, io, e una folla di persone ricordavamo Federico, i suoi virtuali novantanni, il mezzo secolo della “Dolce Vita” e il mio contributo al maestro romagnolo e romano, “Fellini & Fellini”.
Insomma, sarà pur vero, ed è vero, che la cultura mainstream vive benone e piace a tutti, ma si può dire che le tv generaliste (al centro degli orgasmi del mainstream) perdono la testa molto spesso, mettono da parte o dimenticano proprio appuntamenti importanti, godono con le ampie serate del nulla. Il Nulla è rispettabile, è un tema talmente appassionante da meritare più di una serata di attenzione.
Peccato che non ci siano più Fellini (ma il suo “Ginger & Fred” è in cineteca e si potrebbe rispolverare visto che preconizzava le tv del conato) o Hitchy che, nel suo menù degli orrori predisposto per una cena da lui allestita- era un mangione e un bravo cuoco- inserì “crocchette di cadavere”, “tenere cozze alla morgue”, “omicidio fatto in casa”, e così via.
Ecco, chiedendo perdono a Federico (era solo un mangione), penso che Hitch avrebbe potuto inserire in uno dei orribili menù la pietanza di tutti i giorni che le tv generaliste, e radio, mandano ogni giorno in terra: il piatto “salcicce di omidicio catodico” e più “bottiglie di sangue brulè”.
Italo Moscati