Mafalda di Savoia: su RaiUno avrebbe funzionato?
Ci scrive nuovamente Il Tenero Giacomo, a proposito della recente fiction di RaiUno. Ecco le sue osservazioni. Un post per commentare i deludenti risultati di ascolto di Mafalda di Savoia che, nella serata di martedì (18.50%) è stata superata addirittura da “50 Canzonissime” mentre in quella di mercoledì (22.73%) ha vinto la serata con uno
Ci scrive nuovamente Il Tenero Giacomo, a proposito della recente fiction di RaiUno. Ecco le sue osservazioni.
Un post per commentare i deludenti risultati di ascolto di Mafalda di Savoia che, nella serata di martedì (18.50%) è stata superata addirittura da “50 Canzonissime” mentre in quella di mercoledì (22.73%) ha vinto la serata con uno scarto davvero risibile contro due repliche (di successo, ma repliche). La storia di Mafalda mi affascina da quando ero bambino e contiene tutti gli ingredienti per confezionarne il tipico “santino” di RaiUno: l’amore contrastato per uno straniero, l’intreccio della sua vicenda personale con la Storia tragica dell’Italia divisa in due, il martirio in un campo di concentramento. Tutto materiale che Saccà avrebbe saputo trasformare in un successo e che invece su Canale 5 è passato un po’ in sordina.
Eppure il prodotto non era male. Risentiva del tentativo degli attuali Savoia (Maria Gabriella consulente storica, Clotilde Coureau comprimaria) di lavare dall’onta la memoria della famiglia offrendo al pubblico una martire titolata. Risentiva anche di una programmazione scellerata dei blocchi pubblicitari (il primo blocco andava in mezzo ai titoli di testa della prima puntata), e di una certa ingenuità degli sceneggiatori nell’esordire con le immagini della morte della protagonista a Buchenwald (che forse hanno fatto da sfollagente in prima serata), ma era, tutto sommato, un prodotto onesto con alcune belle interpretazioni e qualche idea visiva non banale.
Quindi mi domando: esistono ormai pubblici differenti divisi per rete? Se un prodotto assomiglia troppo al linguaggio di Raiuno, su Canale 5 non funziona altrettanto bene? Il dibattito è aperto.
Il tenero Giacomo
P.S. Una cosa mi ha indignato però: il totale silenzio sulla responsabilità di Vittorio Emanuele III nella promulgazione delle leggi razziali del ’38. Secondo me nelle intenzioni originali degli sceneggiatori qualche riferimento ci doveva essere. C’era pure un personaggio, l’amica ebrea, della quale non si sa poi più nulla. Che la presenza dei Savoia nel progetto abbia pesato più del necessario?