Venezuela, attentato a Maduro in diretta tv [video]
Diretta interrotta e inquadratura immediatamente distolta dal presidente Maduro dopo l’esplosione che ha interrotto il suo discorso pubblico.
Un attentato al presidente Nicolas Maduro ha scosso il Venezuela: intorno alle 17.40 ora locale, le 23.40 circa in Italia, di sabato 4 agosto un’esplosione ha interrotto il discorso del presidente, intento a celebrare gli 81 anni della Guardia Nazionale con una grande parata sull’avenida Bolìvar della capitale Caracas. Sentita l’esplosione, gli occhi dei presenti si sono rivolti al cielo, mentre il microfono del presidente veniva silenziato e la regia staccava sul volto imperturbabile, o quasi, di un giovane militare. Altre immagini hanno poi mostrato la rottura dei ranghi e la fuga precipitosa dei presenti, prima che la trasmissione venisse definitivamente interrotta.
A quanto ha dichiarato il vicepresidente Jorge Rodriguez in una successiva conferenza stampa, l’attentato è stato compiuto con due droni carichi di esplosivo fatti saltare nei pressi della tribuna presidenziale. Lo stesso Maduro, nel discorso alla nazione tenuto qualche ora dopo l’evento, ha parlato di “un oggetto volante esploso vicino a me con una grande detonazione. Qualche secondo dopo c’è stata una seconda esplosione“. Accanto al presidente c’era, tra gli altri, la moglie Cilia Flores. Vediamo i momenti ‘nascosti’ dalla diretta tv con quest’altra inquadratura.
Il presidente ha parlato esplicitamente di tentato omicidio, dopo che nelle prime ore si è fatto riferimento all’evento come presunto attentato alla sua vita. Maduro è però rimasto illeso. Il bilancio, invece, conta sette militari feriti.
L’attentato, chiamato Operación Fénix da coloro che dicono di averlo organizzato, è stato rivendicato con una missiva fatta arrivare negli USA alla giornalista Patricia Poleo che l’ha letta su Youtube. In esso sembra quasi che l’obiettivo siano le forze armate che hanno dimenticato il proprio giuramento di lealtà al popolo, guardando invece solo al Presidente, definito un dittatore che affama il Paese: “Se lo scopo di un governo è raggiungere la maggior felicità possibile, non possiamo tollerare che la popolazione soffra la fame, che i malati non abbiano medicine, che la moneta non abbia valore, e che il sistema dell’istruzione né istruisca né ma solo indottrini al comunismo”.
Dal canto proprio, Maduro ha puntato il dito contro la Colombia e alcune forze USA: nel discorso alla nazione tenuto in serata, ha infatti dichiarato di non aver dubbi sul coinvolgimento del presidente colombiano Juan Manuel Santos (che ha rimandato al mittente le accuse, lanciate senza alcuna prova) e ha parlato di un piano, che include anche gli Stati Uniti, per istigare le destre a ucciderlo. Il vicepresidente ha invece puntato il dito contro le destre nazionali, che hanno cercato – a suo avviso – di ribaltare il risultato elettorale che lo scorso maggio ha visto Maduro conquistare altri sei anni di presidenza.