Madre, aiutami – Emanuele Bosi a Tvblog: “Matteo è un ragazzo che vive un percorso emotivo devastante”
Tvblog ha intervistato Emanuele Bosi, uno dei protagonisti della fiction Madre, aiutami. L’attore ci ha raccontato il suo personaggio e quale sarà l’evoluzione della sua storia.
Come già ricordato, parte questa sera su Raiuno Madre, aiutami, fiction in quattro puntate che racconta l’attacco di un gruppo di guerriglieri a una missione in Congo e le conseguenze che queste violenze avranno sui personaggi interessati dalla tragedia. Prima tra tutti, suor Germana (Virna Lisi), madre superiora di un convento a Roma ma anche ‘mamma spirituale’ delle suore rimaste coinvolte nell’attacco. Tra di loro suor Maria (Pamela Saino), che risulterà dispersa in Africa, ma anche suo fratello Matteo, che dovrà fare i conti con il dolore e la paura di essere rimasto solo al mondo e di non conoscere il destino della sorella. A prestare il volto a Matteo è Emanuele Bosi, noto – tra le altre cose – per le recenti partecipazioni a fiction di Raiuno come Rosso San Valentino, Trilussa e Gli anni spezzati – Il commissario. È proprio Emanuele a raccontarci la storia di Matteo, ma anche a spiegare una fiction che punta a colpire al cuore i telespettatori con emozioni forti.
In Madre, aiutami interpreti Matteo, un personaggio molto complesso dal punto di vista emotivo…
Matteo è un ragazzo che vive un percorso emotivo devastante perché viene a sapere che sua sorella non torna dalla sua missione in Africa. Una sorella che per lui è tutto, è la sua famiglia, visto che i due ragazzi non hanno i genitori. Soprattutto non sa cosa è successo, non sa come sta, e questa cosa lo porta a stare malissimo e a decidere di indagare. Per lui, tra l’altro, sarà molto difficile scoprire questa verità. Nel frattempo, a complicare le cose, incontra l’unica sopravvissuta a questa tragedia in Africa, suor Vera, e piano piano se ne innamora. Questa è forse la tematica più inusuale della fiction, qualcosa che è difficile trovare in un prodotto televisivo. Certo, non sarà un colpo di fulmine, ma un sentimento che cresce nel tempo, e che destabilizzerà suor Vera. È chiaro che lei è molto legata al suo credo, in più è già scioccata da quanto ha visto in Congo, non sta bene psicologicamente. Saranno insomma una serie di avvenimenti che faranno di Matteo un uomo sofferente e tormentato.
Vedremo delle scene molto intense tra te e suor Germana, alias Virna Lisi. Che ricordi conservi?
Da quando ho cominciato a fare l’attore questa è stata per me l’esperienza più importante. Anche perché, con tutto il rispetto per gli altri attori formidabili con cui ho lavorato fino a questo momento, era la prima volta che ho respirato, grazie a Virna Lisi, la vera grandezza nella recitazione. Lei ha fatto veramente – senza volermi ovviamente limitare a una questione anagrafica – la storia della televisione, ha lavorato anche in America, a Hollywood, e per me è stato davvero un onore trovarmi a recitare al suo fianco. Tra l’altro mi ha dato dei consigli importanti e ne ho fatto tesoro. Era sempre pronta a provare le scene, non snobbava mai la situazione, l’attore con cui interagiva, è davvero una grande attrice.
E poi ti sei trovato di nuovo a lavorare sul set con Mary (Petruolo, ndr) a distanza di anni da Questo piccolo nostro amore. Tra l’altro ora avendo con lei una relazione. Questa cosa ti è stata d’aiuto durante le riprese o ti bloccava?
È stata una cosa positiva, perché stando insieme nella vita è chiaro che anche sul set il sentimento è più spontaneo. Io quando recito cerco sempre di veicolare il personaggio attraverso di me. Diciamo che Matteo ha un approccio diverso nei confronti di Vera rispetto a come mi rapporto io con Mary, perché è chiaro che io e lei stiamo felicemente insieme, mentre il rapporto tra Matteo e suor Vera è complicato, vuoi perché lui vorrebbe stare con lei ma non può, vuoi perché lei non vuole cedere alla tentazione per questioni di credo religioso. Quindi diciamo che la mia storia con Mary in alcune cose mi ha facilitato, in altre meno, perché sono dovuto andare alla ricerca di cose che non avevo. È stata comunque una bella esperienza, perché reciti con una partner che conosci bene e con cui trovi bene, perché è la tua fidanzata.
Secondo te perché Madre, aiutami merita di essere vista dal pubblico?
Perché è una fiction molto densa di emozioni, e il pubblico ha sempre bisogno di provare delle emozioni di fronte a un prodotto televisivo o cinematografico. Non mancheranno comunque anche delle scene di commedia. Ed è poi una storia molto forte, con un tema di attualità che forse non è mai stato trattato in questo modo.
Sii sincero: cosa ti preoccupa di più per questa fiction? Gli ascolti, la critica o che sia un prodotto di qualità?
Quello che conta oggi in televisione sono gli ascolti, devo essere franco. Sono gli ascolti la chiave di volta, perché anche se un prodotto è di qualità ma poi non lo vede nessuno, è chiaro che rischi che te lo taglino, che poi tu non riesca a vedere nemmeno la seconda puntata dopo che ci hai lavorato per mesi e mesi. Poi se accanto agli ascolti ci sono anche le critiche positive, quello è il non plus ultra. L’attore poi dovrebbe sempre lavorare per la qualità, e non solo per il pubblico. Io penso che qualità spesso porta anche pubblico, non è sempre così, ma sono convinto che la nostra fiction possa essere sia di qualità che di ‘quantità’, diciamo così.
Per quanto riguarda te, quest’anno prima di Madre, aiutami, ti abbiamo visto in ben tre fiction di Raiuno: Trilussa, Rosso San Valentino e Gli anni spezzati – Il commissario. A quale delle tre sei più legato e perché?
Trilussa è stato veramente un progetto importante perché c’è stato dietro un lavoro enorme, ma Gli anni spezzati è stato un ruolo che mi ha portato ad avere un personaggio come voglio io. Quindi direi quest’ultima.
Cosa ti auguri per il tuo futuro artistico?
Mi auguro di continuare a fare quello che sto facendo, e di continuare a farlo sempre meglio. E soprattutto di trovare sempre progetti di qualità.