Dalla Bibbia a Blanca: le varie vite di Lux Vide
In principio fu il ciclo della Bibbia, poi arrivarono Don Matteo e Che Dio Ci Aiuti. Ma con Blanca, Doc, I Medici e Leonardo Lux Vide ha cambiato vita
Diversificare la propria produzione per giungere ad un pubblico più ampio possibile e, soprattutto non restare mai fermi. Sembra essere questa la filosofia di Lux Vide, una delle case di produzione televisive più famose del panorama delle fiction italiane. Le serie tv di Lux Vide, d’altra parte, sono spesso -se non sempre- sinonimo di ascolti garantiti e fidelizzazione.
Gli esempi da fare sarebbero davvero numerosi, ma partiamo dall’ultimo in ordine cronologico: Blanca, la serie che da settimane su Raiuno resta ampiamente sopra i 5 milioni di telespettatori ed il 24% di share, è prodotta da Lux Vide (e di recente si è portata a casa anche il premio “DQ Craft Award” ai C21 International Drama Awards come una delle produzioni più innovative a livello globale). La casa di produzione fondata da Ettore Bernabei ed oggi guidata dai figli Matilde e Luca sembra ormai essere entrata in una nuova fase della sua vita.
Blanca e Doc sono racconti che fanno dell’emozione il linguaggio con cui riescono ad uscire dai nostri confini. Sentimenti e temi universali che Lux Vide ha ormai imparato a confezionare alla perfezione. Ma non c’è solo questo dietro il successo di questi ed altri titoli: Lux Vide ha capito -forse prima di altre case di produzione- che per sopravvivere nel mercato audiovisivo di oggi serve collaborare e puntare sulla co-produzione. Com’è avvenuto con Diavoli, che vede il coinvolgimento di Sky Studios (e che è stata capace, caso più unico che raro, di approdare su The Cw, una delle “big” generaliste americane), o con la trilogia de I Medici e con Leonardo, anch’esse prontamente distribuite all’estero.
Questi progetti internazionali non sono una novità per Lux Vide, che si era fatta conoscere tra gli anni Novanta e Duemila, con il ciclo di film-tv dedicati alla Bibbia. Ma rispetto ad allora, oggi sembra esserci una maggiore volontà di uscire dal prodotto riservato ad un target fin troppo specifico e di raggiungere chiunque ed ovunque.
Nel mezzo, c’è stata e c’è ancora una sfilza di titoli molto più italiani, con cui Lux Vide è riuscita a far crescere sul campo i propri comparti, soprattutto quelli creativi, in vista di questa nuova fase. Sì, ci riferiamo anche a Don Matteo che, sebbene sia stato venduto anch’esso all’estero, ha radici fortemente italiane -e che ora si prepara alla sfida di dover proseguire senza Terence Hill-.
E poi Che Dio Ci Aiuti, Un Passo dal Cielo, L’Isola di Pietro, Buongiorno Mamma… Più che una vita, Lux Vide ha imparato ad averne due: da una parte la casa di produzione più generalista che ci sia, capace di garantire racconti rassicuranti, empatici e familiari; dall’altra la casa di produzione che vuole uscire dai confini del già visto e buttarsi in nuove esperienze.
Forse è proprio questo il motivo del suo successo: sapere accontentare le richieste dei broadcaster in termini di accoglienza ed ascolti, ma riuscire anche a trovare le chiavi per crescere e restare al passo con i tempi.
Non ci resta che chiederci quale sarà il prossimo passo di Lux Vide: ovviamente, la produzione di serie tv resta principale (sono aperti i set di Viola come il mare, in Sicilia, e di una serie ancora senza titolo ufficiale, ambientata a Chioggia, mentre nel 2022 dovrebbe partire il già annunciato set di Sandokan), ma anche il cinema e l’intrattenimento fa molta gola. Sul secondo fronte, da citare la produzione di podcast in collaborazione con Rtl 102.5, ma anche la volontà di produrre prodotti di light entertainment (vale a dire varietà, programmi e quiz), all’interno di una struttura guidata da Antonio Azzalini. Non solo Blanca, Doc e Don Matteo: la nuova vita di Lux Vide potrebbe riservarci altre sorprese.