Luna Rossa vola, la Rai resta a guardare
La legge Gasparri si è rivelata, a seconda delle opinioni politiche che si hanno, un fallimento o un bluff. Lo sbandierato aumento dei soggetti in gara per gli ascolti e per calamitare l’attenzione degli italiani non c’è stato, il digitale terrestre per ora è solo un mezzo per i soliti noti atto a veicolare contenuti
La legge Gasparri si è rivelata, a seconda delle opinioni politiche che si hanno, un fallimento o un bluff. Lo sbandierato aumento dei soggetti in gara per gli ascolti e per calamitare l’attenzione degli italiani non c’è stato, il digitale terrestre per ora è solo un mezzo per i soliti noti atto a veicolare contenuti extra a pagamento, comunque già coperti fra l’etere analogico e il satellitare.
Aldilà dei ragionamenti sul pluralismo, sulla diversificazione dei contenuti e altre seriosità quello che fa più specie è l’atteggiamento della Rai, della televisione di Stato, nella copertura degli eventi sportivi cosidetti “minori” in una situazione nella quale la concorrenza è poca e quella più forte mostra di non avere interesse per questi sport. Da anni ormai tutto quello che riscuote un maggior interesse, qualsiasi evento sportivo, è appannaggio esclusivo o quasi delle costose offerte televisive di Telepiù/Stream prima, di Sky oggi. Tutto il calcio in diretta, il basket, la pallavolo.
La tv di stato, si dice, non ha risorse a sufficienza, ha perso i diritti in chiaro del campionato di calcio di Serie A (rivelatisi quest’anno per cause contingenti non poi questo grande affare) in favore di Mediaset e si è svenata per la Champions League, più costosa di quanto sia foriera di buoni risultati. Nei fatti il costo della singola partita (quelle poche non coperte dall’esclusiva di Sky) è spropositato rispetto a qualsiasi ritorno economico. Si tratta comunque delle briciole del “grande calcio“, l’unico, si dice, “in grado di appassionare il pubblico“.
La 7 in questi mesi ha dimostrato quanto questa sia una convinzione fasulla.
Gli ascolti delle regate della Louis Vuitton Cup di questi giorni, con Luna Rossa giunta secondo previsioni nelle fasi finali, sono straordinari (2 mln di telespettatori, share al 13% di media in pieno pomeriggio). Così come le gare della Nazionale Italiana di Rugby al 6 Nazioni durante l’inverno, dei veri e propri eventi che avevano fatto registrare un grandissimo successo di pubblico e d’interesse.
In tutto questo la Rai dov’è? La tv di Stato, firmataria di un contratto di servizio che tanto costa ai cittadini italiani (tutto il canone, quest’anno per giunta aumentato), che pure aveva avuto nelle scorse edizioni i diritti di trasmissioni di entrambe le manifestazioni in oggetto, cosa aveva di meglio da trasmettere al sabato pomeriggio quando i rugbisti italiani davano spettacolo sui campi dei maestri dello sport della palla ovale o in questi pomeriggi infrasettimanali di primavera mentre i velisti di Luna Rossa fanno impazzire gli americani di Oracle?
Facile sfociare nel più bieco dei qualunquismi, ma quanto ci costa un’edizione de La Sposa Perfetta o il super show di Funari a serata? Se La 7, rete tv depotenziata a tutti gli effetti dai propri investitori, può facilmente assicurarsi degli eventi considerati “scarti” nei palinsesti tv, a quante puntate di trasmissioni con vip che si agitano maldestramente ballando o pattinando avrebbe dovuto rinunciare il “servizio pubblico” per valorizzare questi contenuti come (o meglio) è riuscita a fare la rete tv della Telecom?