Domani sera nella seconda (quasi terza) serata di Rai 2 torna L’Ultima Parola, il talk show di Gianluigi Paragone. Dalle 23.25 di domani infatti, il format, arrivato alla sua quarta edizione, continuerà sulla stessa linea dell’anno scorso per ben 36 puntate (più due eventuali appuntamenti in prime time nel mese di luglio). Temi di politica, attualità, costume e cronaca torneranno al centro del programma supportati dal famigerato popolo della rete e dal pubblico in studio.
In studio ci saranno 100 ragazzi impegnati nella politica e nel sociale che incalzeranno gli ospiti di turno per approfondire quanto accade nel nostro Paese cercando di offrire se non risposte, quantomeno spunti di riflessione. Importante da questo punto di vista sarà anche l’intervento dei blogger, novità della scorsa edizione, riconfermatissima per quest’anno.
E il web è, secondo le stesso Paragone, uno dei due punti di forza del programma. Il secondo? “Cedere il microfono ai cittadini e poco importa se mi danno del funariano”. Per il conduttore del talk sarà fondamentale per questa nuova edizione far parlare gli italiani, quelli che vivono la crisi e vogliono raccontarla. Meno politici e più gente comune, insomma. Dagli imprenditori agli operai. Ora che sappiamo tutto dei temi, ci resta solo una domanda: chitarra sì o chitarra no?
Certo! Che mi volete togliere il giocattolino? E non mi importa se per alcuni, come Verro disse pubblicamente, sono solo un populista con la chitarra
Questa la risposta tra il serio e il faceto di Paragone che, durante la conferenza di oggi, si lancia anche in improbabili paragoni (se mi passate il gioco di parole). Dopo il suo sì al riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali, gli viene chiesto se, a questo punto, l’orecchino che porta all’orecchio sia un tributo a Vendola:
No, Vendola non c’entra nulla. E’ un tributo a quello che secondo me è il più grande osservatore della realtà: Bruce Springsteen. L’orecchino l’ho rimesso dopo il suo ultimo concerto che sono andato a vedere e non ho intenzione di toglierlo, checchè ne pensi Gubitosi
Tu vò fa l’americano.