Luisa Spagnoli, la fiction dolce valorizza la pazienza contemporanea della protagonista
Luisa Spagnoli non si differenzia dalle solite fiction di Raiuno ma cerca di raccontare la storia della protagonista soffermandosi sull’aspetto lavorativo e sulle qualità della donna senza essere troppo scontato
L’epoca storica passata, la storia d’amore della protagonista prima con il marito e poi con il “collega” ed il marchio delle fiction di Raiuno avrebbero potuto far pensare da subito che Luisa Spagnoli sarebbe potuta essere classificata come il solito film-tv agiografico. Fortunatamente, non è andata così.
Certo, il lavoro della fiction tende a inserirsi all’interno di un contesto che il pubblico di Raiuno conosce bene: la storia di un personaggio storico visto attraverso il suo lato più romantico, mostrando le difficoltà incontrate nell’arco della sua vita e le decisioni che l’hanno portato a diventare colui o colei che viene celebrato con la stessa fiction. Il tutto, accompagnato da musiche rassicuranti e dialoghi semplici e mai contorti.
Ai difetti tipici della fiction italiana, però, Luisa Spagnoli risponde con un tocco di modernità all’interno della stesura del racconto attraverso due strumenti: il primo è quello della regia che cerca di essere il più moderna possibile all’interno di una trama che, come detto, tenta di essere coerente alla produzione italiana. Lo fa sfruttando un ritmo sostenuto, che permette al cast -in primis Luisa Ranieri, che riesce a non calcare la mano su un personaggio che sarebbe potuto diventare troppo romanzato- di interpretare i personaggi dando loro tonalità diverse a seconda delle scene e del contesto.
Il secondo strumento utilizzato è quello del messaggio che si vuole far passare: in Luisa Spagnoli, più che voler raccontare in modo retorico la vita della protagonista, si racconta il senso del tempo che la donna stessa sembra avere nei confronti del proprio lavoro. Luisa sa che deve esercitarsi per migliorare, che può sbagliare, ma che da questi errori può imparare a fare di meglio, e che solo con il tempo potrà mettere a frutto la sua conoscenza. Un senso che anche il personaggio di Francesco Buitoni (Massimo Dapporto) sembra voler adottare per la propria azienda: la fretta non serve a niente, se con la pazienza si può raggiungere il proprio scopo.
In questo modo la fiction evita il solito giro di scene romantiche e drammatizzazioni sul personaggio, proponendo in parte qualcosa di differente. L’idea di concentrarsi sul lavoro della protagonista per ampliare la propria azienda, raccontandone gli sforzi e la concorrenza che cerca di metterle i bastoni tra le ruote si rivela così capace di dare alla fiction un sapore diverso, più coraggioso ed audace, al punto da aprire la prima puntata con la difesa della protagonista nei confronti del confettiere che l’ha istruita (Antonello Fassari), le cui voci sulla presunta relazione con il suo assistente lo avevano messo in cattiva luce.
Luisa Spagnoli non si limita, quindi, a dipingere un personaggio femminile paladina dei diritti delle donne, ma ha anche saputo mostrare come si possa raccontare la vita di un personaggio senza ridurlo ad una semplice banalizzazione. Una fiction buona e semplice, come del cioccolato di qualità.