Luigi Maria Burruano è morto: in tv da La Piovra a L’Onore e il Rispetto
E’ morto a 69 anni uno dei volti popolari della fiction di ‘mafia’.
Voce inconfondibile, volto prestato alle storie di mafia: Luigi Maria Burruano è morto ieri, il 10 settembre, a 69 anni nella sua casa palermitana. Una vita densa e intensa, sia sul piano privato che professionale. Quella professionale lo ha visto iniziare la sua carriera negli anni ’70 nel cabaret, lontano quindi da quell’immagine drammatica che lo ha visto arrivare al successo cinematografico e televisivo. Cinema e tv hanno attinto più alla sua formazione nel teatro dialettale siciliano, da cui sono arrivati anche Giovanni Alamia e soprattutto Tony Sperandeo, con cui Burruano ha recitato ne La Piovra 8. Insieme hanno partecipato anche a Mery per sempre e I Cento Passi, di Marco Tullio Giordana (2000), che gli era valso una nomination al Nastro d’argento come Miglior attore non protagonista e nel quale aveva recitato col nipote, Luigi Lo Cascio. Tra gli altri film da lui interpretati, Pizza Connection (1985), Ragazzi fuori (1990), L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore (1995), Il ritorno di Cagliostro di Daniele Ciprì e Franco Maresco (2003), Liberi di Gianluca Maria Tavarelli (2003), altra nomination ai Nastri, Quo Vadis, Baby, di Gabriele Salvatores (2005), Baarìa di Giuseppe Tornatore (2009), giusto per fare qualche titolo
Ma la grande popolarità arriva con i tanti ruoli televisivi: tra i tanti oltre a La Piovra 8 (1997), ricordiamo I giudici – Vittime eccellenti (1999), L’attentatuni (2001), Il commissario Montalbano (2001), Turbo (2001), Blindati (2003), Un caso di coscienza (2003), Salvo D’Acquisto (2003), Il maresciallo Rocca (2003), Paolo Borsellino (2004), L’Onore e il Rispetto (2006), Raccontami (2006), Sangue caldo (2011), Baciamo le mani – Palermo New York 1958 (2013), Furore – Il vento della speranza (2014), fino al film tv Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo (2016), di Ricky Tognazzi, l’ultimo. Accanto ai ruoli più drammatici, Burruano cercò anche di accreditare la sua scuola di cabaret con qualche ruolo, da Camera Cafè a Qualunquemente.
Anche la vita privata, come ricordavamo, è stata segnata da un fatto di sangue: nel 2006, infatti, fu accusato – e condannato via patteggiamento a una pena di 16 mesi – di aver accoltellato l’ex genero colpevole di non pagare gli alimenti. Tornò sui set nel 2008.
Un protagonista delle fiction di genere, senza dubbio, che i colleghi e gli amici saluteranno nella camera ardente che sarà allestita oggi a Palermo.