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Luigi Gubitosi: “Lascio la Rai entro Pasqua. Giannini l’ha scelto Vianello. Io ho lanciato Petrolio”

Il bilancio della sua direzione Rai, ormai al termine: Luigi Gubitosi a tutto tondo in un’intervista sul Fatto quotidiano

pubblicato 20 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:20

Luigi Gubitosi è pronto a congedarsi dalla tv di stato? Il direttore Generale voluto da Monti potrebbe veder concluso il suo mandato nella primavera del 2015. A confermarlo è lui stesso in un’intervista a Il Fatto Quotidiano:

“Mangerò il panettone e passerò qui il Natale, credo di poter arrivare alla colomba, a Pasqua, però non dispenso certezze. Questo tesserino che mi permette di entrare in Viale Mazzini mi ricorda le scadenze. Il mio colore è azzurro: tempo molto determinato. Ogni mattina ci penso. Non posso che lasciare un biglietto a chi verrà, io non ci sarò: finisco e vado via”.

Sulla scelta di “acquistare” Massimo Giannini con un contratto di 900 mila euro per due anni, ma un misero debutto all’11.7% con Roberto Benigni, si smarca da ogni responsabilità:

“Io c’entro poco, l’ha deciso il direttore di Ra3, Andrea Vianello. E poi io ho avallato. Va precisato che Giannini guadagna meno di Giovanni Floris. Su Rai1 abbiamo lanciato un prodotto interno, si chiama Petrolio e va molto bene, a me piace. Per Rai3 abbiamo cercato di cambiare senza traumi”.

Il motivo per cui non hanno trattenuto Floris era il dubbio editoriale sulla striscia quotidiana di Rai3, che gli avrebbero concesso solo con minori pretese economiche. La parola d’ordine per Gubitosi è stata una sola, in stile Fornero:

“Non abbiamo mandato via un solo collaboratore, ma a tutti abbiamo chiesto un sacrificio e tutti lo devono sostenere. Non commento le cifre, comunque certo, ci mancherebbe: lo abbiamo chiesto anche a Bruno Vespa”.

Quanto alle polemiche sulla riforma dei tg, che vedrebbe il Tg3 sottostare a Rai News, risponde:

“Non c’è una Crimea da conquistare: chi l’ha detto che il Tg1 ingloba il Tg2 e Rainews il Tg3? Tg1 e Tg3 sono quelli che hanno ricevuto più risorse nel 2014. Abbiamo rifatto e digitalizzato gli studi e adesso ristrutturiamo anche le redazioni. Il nostro progetto non prevede annessioni. Voi ci criticate sugli sprechi, e avete ragione, ma ci sono duplicazioni inutili. La Rai aveva sei troupe. Voglio eliminare questo dispendio assurdo di denaro pubblico. Noi vogliamo creare due gruppi d’informazione, e ci saranno due direttori soltanto: alcuni protestano perché ci saranno meno poltrone da occupare. Funziona così in Spagna, Germania, Francia e Inghilterra, perché da noi dovrebbe venir meno il pluralismo?”.

Gubitosi dice di aver cercato di combattere le inefficienze visitando tutte le sedi regionali. Quando gli fanno notare che la raccolta pubblicitaria di Viale Mazzini ha perso il 30% in 2 anni e che fanno sconti di oltre il 90% agli inserzionisti, penalizzando anche i competitor, replica così:

“Dopo otto anno di discesa abbiamo registrato un 4%+. Non compendo le contestazioni di Mediaset e Sky: il Biscione ha molti clienti in esclusiva, il gruppo Murdoch è molto aggressivo e sta rubando quote proprio a Publitalia. Si chiama concorrenza”.

Il dg Rai è consapevole di lasciare una Rai2 che “sta risalendo in fretta, quando era data per morta”. E una “RaiTre su cui si deve lavorare, non sempre funzioanno subito le novità, ma io fido di Andrea Vianello”. Prima di andar via farà nomine tra telegiornali e canali? “Mai dire mai. Mi piacerebbe completare la riorganizzazione dell’informazione e di conseguenza andrebbero indicati i due direttori”. Occhio, che Gubitosi stima molto Giammaria…