Luca Tiraboschi: “Italia1 ha una forte identità. Non abbiamo concorrenti, Rai2 ci scimmiotta”
Luca Tiraboschi, in un’intervista su Italia Oggi, lancia il ritorno di Lucignolo e vanta il successo de Le Iene
Italia1 è più in forma che mai e Luca Tiraboschi gongola, sulle pagine di Italia Oggi. Come sottolinea il giornalista Claudio Plazzotta, “Italia1 è l’unica rete generalista a essersi tenuta bene alla larga dai talk politici, un genere inflazionato che sta affossando gli ascolti di quasi tutta la tv”. Ma quello di cui Tiraboschi va più fiero è la forte identità della terza rete televisiva italiana, a suo dire imbattibile e inimitabile:
“Italia1 è un canale con una fortissima identità, e su questo non ci piove. Non abbiamo un reale concorrente televisivo. Rai1 ha Canale5, Rete 4 ha Rai 3. Forse Mtv cerca il nostro percorso, ma la concorrenza, al limite, è tra Mtv e Italia2. Italia1 è unica. Penso al percorso di Camera Cafè. E’ un format internazionale, prodotto in tutto il mondo. Eppure su Italia1 ha avuto un boom e una identità inimitabile”.
E qui partono le stoccatine alla presunta rivale, Rai2:
“Quante volte Rai 2 ha provato a fare programmi a telecamera fissa, con attori importanti. Ma poi ha lasciato perdere. Loro tentano di imitare, lo hanno fatto con Melissa Satta che scimmiottava Wild, o con i programmi comici topo Colorado. Ma non ci riescono”.
Con chi compete, insomma, Italia1?
“I nostri concorrenti, invece, sono i new media, Twitter, Facebook, il web in generale. La crisi ci ha aiutato a fare sparire prodotti velleitari, e a circoscrivere gli sforzi su programmi specifici, identitari”.
Tipo Le Iene, che Tiraboschi ritiene – non a torto – “il miglior programma della tv italiana, che quindi non è facile da imitare”. Ma anche lì “ci hanno provati in tanti, Iacona, Report, la Cabello su La7. Ma è difficile. Per fare un servizio di sei-sette minuti, una Iena sta in giro settimane, rischia la vita, fa un lavoro faticoso, pericoloso e anche ingrato. Gli altri fanno fatica a imitare le Iene per un problema di costi, ma soprattutto perché c’è una grande difficoltà psicofisica e creativa”.
Per il resto Tiraboschi è entusiasta di un grande ritorno nella sua rete:
“Il prossimo 13 ottobre partirà la nuova edizione di Lucignolo, un marchio di grande successo inventato da Mario Giordano che è un maestro dell’alto e del basso. Con il quale ha connotato anche il nostro tg, Studio Aperto”.
Quando si tratta di pontificare sugli insuccessi o le scommesse di altre reti Mediaset, risponde con fair play:
“Con il governo delle larghe intese l’agone politico si ammoscia. Non c’è il buono e il cattivo. Gli argomenti sono mosci. E’ stato sbagliato partire con tanti talk politici proprio nel momento dell’inciucione. Poi i talk necessitano di un po’ di tempo per radicarsi. Matrix, essendo stato fermo un po’di anni e col racconto che ne fa Telese, è come se fosse un programma nuovo. Con le cose nuove ci vuole pazienza. Credo che Cruciani e Parenzo potrebbero infilarsi nella fascia in tv che mischia alto e basso, è il loro segreto”.
In merito, infine, al flop di Salvo Sottile su La7, commenta:
“Non vale solo che il programma sia ben fatto e ben condotto: sono importantissimi il giorno di programmazione, il traino, l’impaginazione per intercettare i flussi che arrivano da altre reti, e poi l’identità di rete, la coerenza di palinsesto. Ci sono alcuni canali che hanno come una sorta di anticorpi, che espellono i programmi ancor prima di essere visti”.
Bravo Tiraboschi. Dopo le interviste deliranti del passato in cui difendeva i vari Tamarreide, il Direttore più longevo della tv (è in carica dal 2002) non ne sbaglia più una (dichiarazione e trasmissione).