Home Notizie Luca Telese e le continue frecciate a Rete 4: “E’ un gioco, ci sfottiamo. La7 ha un primato e vuole vincere”

Luca Telese e le continue frecciate a Rete 4: “E’ un gioco, ci sfottiamo. La7 ha un primato e vuole vincere”

Luca Telese racconta cosa c’è dietro le sue continue frecciate nei confronti di Retequattro: “Ci sfottiamo e pizzichiamo amabilmente. A La7 abbiamo un primato e lo difendiamo. Ho tanti amici a Mediaset”

pubblicato 22 Settembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 08:09

Ci sfottiamo. Quando ti senti in una squadra giochi per vincere e In Onda è la prosecuzione di Otto e mezzo”. A parlare a Tvblog è Luca Telese, conduttore del talk estivo di La7 assieme a David Parenzo, che di recente si è distinto per le ripetute stoccate nei confronti di Retequattro.

Un atteggiamento che ha scatenato reazioni, con il giornalista sardo protagonista nell’ultima settimana di programmazione di una sfida diretta con la nuova Stasera Italia di Barbara Palombelli.

Quando il 6 settembre ospitò Lilli Gruber, Telese annunciò l’ospitata di Alessandro Di Battista in una maniera che stupì un po’ tutti: “Quelli di Retequattro impazziranno”. Il bis venne servito ventiquattr’ore dopo e stavolta ad essere chiamate in causa furono le interruzioni pubblicitarie della concorrenza: “Gli amici di Retequattro hanno dovuto fare una onlus senza pubblicità per inseguirci”.

L’ulteriore indizio che dimostrerebbe l’esistenza di un caso è recentissimo. Venerdì 21 settembre i ruoli sono invertiti, ma la musica è la stessa. Ad Otto e mezzo Telese è ospite assieme a J-Ax e Alessandro Sallusti. Si parla dei ‘comunisti col rolex’, il contesto sembra il meno idoneo per una stilettata ai rivali, eppure l’affondo arriva ugualmente: “La Gruber, lo dico agli amici di Retequattro che inseguono con la lingua di fuori, ha fotografato J-Ax e ha davanti un racconto della sinistra”.

Lilli sorvola, il pubblico a casa no. E iniziano le ricostruzioni più disparate, smontate dal diretto interessato, che reagisce col sorriso.

“E’ come una partita di wrestling, a volte si fa ammuina in campo. E’ il lato bello di questo lavoro. E’ la sfida della nostra vita, viviamo per la tv, per l’informazione. Tanti che sono a Retequattro sono miei amici o hanno lavorato con me. Quindi ci pizzichiamo amabilmente con il sapido e leale senso dei duellanti. Per tutte le sessantasei puntate di questa estate chiamavo Marcello Vinonuovo o Francesco Cutillo e giù goliardici sfottò reciproci a seconda dei risultati. Ci sono molte carriere comuni. È come un grande campionato molto competitivo. Per questo durante l’ultima estate io sfottevo loro sul ‘trucco’ dello spot che divideva prima e seconda parte, liberandoli dal compito della pubblicità e avvantaggiandoli”.

Telese cita a questo punto la Palombelli, plaudendo al suo lavoro:

“Ho un’antica simpatia e stima per lei e addirittura amicizia con i vertici di Mediaset che hanno avviato una operazione coraggiosa. Poi però quando si scende in campo ‘à la guerre comme à la guerre’, perché questa è l’anima della competizione sana. Retequattro ha fatto un esperimento titanico, ha tutti gli occhi addosso. Ha cambiato le ruote della locomotiva in corsa. Siamo in gioco, noi di La7 abbiamo un primato e lo difendiamo. In Onda ha fatto il record come media stagionale degli ultimi sette anni. Abbiamo realizzato puntate parlando di arte e quadri. Essere inseguiti avendo il primato della qualità è bellissimo”.

Allontanato infine il dubbio di un risentimento verso Mediaset:

Andai via quando Cairo mi chiamò. A Mediaset sono stato benissimo, ho compiuto un ciclo stupendo, non ci sono problemi, assolutamente. Ho imparato davvero tanto. Il mio Matrix è stato forse il primo ritorno dell’azienda sul sentiero dell’informazione. Ho degli amici, andiamo a cena e faccio ancora parte su Whats App della chat del calcetto del Palatino. E’ un mondo bello, non c’è rabbia. Io voglio vincere, sono pagato per vincere, per trovare idee. Loro pure”.