Luca Telese: “La Costamagna vuole anche che le guardino le tette”. E su Mentana, Floris e Chiambretti…
Il conduttore di In Onda commenta lo scarso feeling con Luisella e il rapporto coi colleghi: che sparate!
C’è un appuntamento televisivo che il sottoscritto non riesce a perdersi per nulla al mondo. Quello con le primarie del talk show, moderate da una delle coppie meno affiatate, e per questo più frizzanti, della programmazione estiva. E’ In onda, l’unico baluardo dell’attualità politica rimasto di vedetta quotidiana. Non a caso lo vedremo su La7 anche in prossimità di Ferragosto, anche se Luca Telese – in un’irresistibile intervista di Giancarlo Dotto su Diva e Donna – lascia presagire che non andranno sempre in diretta. Della serie, i politici italiani mica rinunciano alle ferie:
“Abbiamo appena registrato una puntata con Maurizio Costanzo. Si è presentato con la sua ironia amara: ‘Ma che me state a fa’, il coccodrillo?’. E’ stato molto bello. E’ arrivato anche Mentana col figlio e si è messo a guardare dietro a un cameraman. Costanzo gli ha chiesto: ‘E tu che ce stai a fa?’. Mentana, che è sempre un sarcastico, ha risposto: “Sono venuto a far vedere a mio figlio cos’è la tv italiana…”.
In realtà l’intervista a Telese riserva sorprese ben più “pepate”. Il giornalista non si esime dal commentare ancora una volta il suo tormentato rapporto con la co-conduttrice di In onda, Luisella Costamagna. E, dopo il caso Stefano Disegni, che lo aveva visto difendere la professionalità di lei contro il maschilismo del vignettista, ora ci va duro lui stesso:
“Luisella è molto: ‘Vorrei ma non posso’. Vorrebbe essere riconosciuta come la grande intellettuale della sinistra, ma anche che le guardino le tette. Sta diventando anche lei una diva nazionalpopolare, a suo dispetto. Sul mio sito tanti, nelle ricerche, mettono come parole chiave ‘Luisella Costamagna cosce’. Allora deve rassegnarsi al fatto che qualcuno poi vada a pescare nel torbido. Detto questo, è una grande secchiona che si prepara maniacalmente e questo è un contributo per la trasmissione. A me piace arrivare in studio magari all’ultimo momento, dopo essere stato una giornata a Montecitorio a vedere le facce dei politici”.
Telese conferma che il pubblico vede in lui e Luisella degli alter ego di Sandra e Raimondo. E lui risponde che c’è solo una cosa su cui vanno d’accordo:
“Per entrambi la tv non dev’essere finta. Per il resto lei è una sabauda snob, mentre io sono un nazionalpopolare, mi piace litigare alla ‘festa dell’Unità’, come a quella del ‘Secolo’. Luisella mi rimprovera spesso perché do del tu ai colleghi in onda. E io non capisco. Se gli do del tu fuori, perché dovrei passare al ‘lei’ in studio? La verità è che siamo due modelli antitetici e questo salta fuori in video. E’ la perfidia dei dirigenti di La7. La cosa funziona”.
Per il resto, Telese racconta di avere un rapporto amichevole fino al cameratesco con Enrico Mentana:
“Con lui abbiamo una frequentazione goliardica, da compagni di banco. Lui, da mezzobusto, è in giacca e cravatta, ma sotto tiene i jeans strappati e una volta stava anche in boxer. Io mi metto dietro la telecamera e gli faccio la linguaccia e lui, appena scatta lo spot, mi fa ‘Telese sei uno stronzo'”.
Inoltre, il giornalista racconta di essere nato televisivamente come autore di Chiambretti c’è, a cui ha lavorato per un anno e mezzo. Dice che è stata una palestra grandiosa:
“Piero mi fece esordire lui in video, ma mi scappò una battuta in più rispetto al testo e lui alla fine mi inseguì dandomi dello ‘stronzetto’. Non mi fece più apparire e mi disse che la tv non faceva per me”.
Telese ne ha anche per i colleghi Giovanni Floris e Augusto Minzolini:
“Lo considero un bravo ragazzo, pulito, che non se la tira per niente, non fa la rockstar, ma il suo Ballarò è veramente un House organ del centrosinistra. A me piace avere in studio quelli che hanno idee opposte alla mia. Mi hanno massacrato per aver ospitato Borghezio dopo la sua sparata sulla vicenda di Oslo. Per me questo è fare giornalismo. Non quello di Minzolini, che è un lavoro di rimozione. Il titolo che lo inchioda è ‘Assolto Mills’. Mills non è mai stato assolto. Anche Vittorio Feltri è un giornalista di destra, lui magari titola ‘Sentenza di merda’, ma non nasconde la notizia (…) A me poi accusano di avere una debolezza per il gossip, ma è il grande romanzo popolare alla Balzac”.
E questo è solo un piccolo stralcio dell’intervista.