Home Luca Telese a Blogo: “La Gruber si è raccomandata con me perché In Onda faccia gli stessi ascolti di Otto e mezzo…”

Luca Telese a Blogo: “La Gruber si è raccomandata con me perché In Onda faccia gli stessi ascolti di Otto e mezzo…”

Qualche giorno fa, Lilli Gruber ha rivolto un “mi raccomando” apparentemente preoccupato a Luca Telese, ospite in studio del suo Otto e mezzo. Il giornalista da stasera sarà alla conduzione di In Onda accanto a David Parenzo (intervista Blogo):No, Lilli non era preoccupata (ride, Ndr). Si riferiva alla media di ascolti, lo disse anche l’anno

pubblicato 1 Luglio 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 17:39

Qualche giorno fa, Lilli Gruber ha rivolto un “mi raccomando” apparentemente preoccupato a Luca Telese, ospite in studio del suo Otto e mezzo. Il giornalista da stasera sarà alla conduzione di In Onda accanto a David Parenzo (intervista Blogo):

No, Lilli non era preoccupata (ride, Ndr). Si riferiva alla media di ascolti, lo disse anche l’anno scorso. Lei sa benissimo che gli spazi si fortificano anche quando uno non c’è. Quindi è importante per Otto e mezzo che In Onda mantenga il livello. Anche se il format è un po’ diverso, in quanto noi duriamo 20 minuti in più. L’anno scorso fu contentissima. Io sono molto spesso suo ospite, faccio parte del club di Lilli, il Gruberberg (neologismo di Telese ispirato da Bilderberg, Ndr)

Di quale “livello” parliamo?

Il 4% di share per le puntate lunghe, il 5% per quelle normali. Sarebbe da stappare lo champagne, anche perché quest’anno c’è più concorrenza, c’è un affollamento pazzesco. La concorrenza non ci spaventa, ci fa anche bene. Su Rete 4 Porro continuerà per tutto luglio, Giordano sarà nostro concorrente diretto il giovedì, poi c’è Bianca Berlinguer, credo si sovrapponga anche lei.

CartaBianca in realtà ha chiuso la stagione la scorsa settimana.

Ah, ha chiuso? Speriamo!

In tema di contenuti, cosa proporrà In Onda?

Ho le idee molto chiare. L’anno scorso facemmo quasi 40 puntate su 70 all’immigrazione, perché accadde di tutto, riuscimmo a beccare in diretta anche lo sbarco della Diciotti. Questo tema rimane. Poi c’è la frontiera dell’Europa, visto che il 9 luglio si riunirà Ecofin, la cui trattativa – della massima importanza, visto che da questa dipende il nostro futuro – seguiremo passo dopo passo. E poi un terzo tema: l’ambiente.

Le puntate corte saranno monotematiche. Per quelle lunghe a cosa avete pensato?

Abbiamo il format ribattezzato in codice ‘un uomo, un’avventura’ per dare meno chiacchiere e più racconto. La formula già l’anno scorso ha pagato. Martedì 2, per esempio, Francesca Mannocchi ci spiegherà, con le sue immagini, cosa succede in Libia. Cercheremo di spiegare le cose prima che arrivi la polemica.

Ci saranno novità?

Mostreremo in diretta una chat degli ospiti. Cioè, una chat in cui persone che conosciamo da anni, che vengono ospiti spesso, commenteranno da casa in tempo reale quello che va in onda. Cuperlo, Calenda, Meloni… L’idea è nata perché una volta Calenda mi scrisse che, siccome si era incaxxato ascoltando Di Maio, ospite in studio, si stava mettendo le scarpe per venire a confrontarsi con lui dal vivo.

In questi mesi tu e Parenzo vi siete espressi come opinionisti in varie trasmissioni televisive, anche su questioni di natura prettamente politiche. Il fatto che si conoscano le vostre idee danneggia o rafforza In Onda?

Non siamo arruolati in nessuna banda. Io, per esempio, penso che Quota 100 sia stata una buona riforma, ma credo anche che la politica di Salvini sui porti sia feroce, penso che sia giusto fare la Tap, che ai 5 stelle fa venire la varicella, ma penso anche che il reddito di cittadinanza sia stata una buona idea. Questa è una garanzia per lo spettatore. Siamo come un prodotto che compri dagli scaffali di un supermercato dove ci sono ben in vista gli ingredienti. Io e David siamo amici. Abbiamo spesso opinioni diverse, questo è il punto di ricchezza del programma. Se un programma ha due conduttori, essi devono portare due punti di vista diversi. Siamo duali.

Con Cairo hai parlato di progetti per te che vadano oltre In Onda?

Io a Cairo e a Salerno (il direttore di rete, Ndr) dovrei elevare una statua d’oro perché La7 è veramente un posto in cui si sta bene. Qualche sera fa ero alla festa della rete, scherzavo con Mentana, che nei miei confronti ha quasi un rapporto protettivo. Con Myrta Merlino ho gioito per i suoi dati di ascolto, sono ospite fisso di Massimo Giletti, dal quale ho imparato la capacità di generare lui i protagonisti, di creare il tormentone. Il caso delle sorelle Napoli è emblematico. A La7 siamo davvero come degli artigiani della commedia d’arte.

Io però non ho capito se c’è qualcosa che bolle in pentola per te oltre a In Onda.

Se Salerno mi chiamasse e mi dicesse ‘facciamo dieci puntate di un programma nuovo’, io aderirei con entusiasmo. E non è detto che non ci siano forme di In Onda durante la stagione invernale, come già successo in passato. Nulla è deciso, può accadere di tutto. La7 è molto veloce nel realizzare programmi. Però, il ruolo di ‘panchinaro’ è comodissimo, perché in tutta la mia vita televisiva non mi sono mai staccato dalla carta stampata. Io non sono mai stato tutto l’anno in uno studio televisivo. Io giro, intervisto persone, vado sui luoghi.

C’è un tipo di racconto televisivo che manca attualmente nell’offerta informativa di La7 e che potrebbe fare il caso tuo?

La7 è la all news dell’informazione, ormai. È la rete sulla quale ti sintonizzi, se accade qualcosa. Sicuramente potrei aggiungere qualcosa, ma l’offerta è già molto ricca. E la mia non è una auto candidatura. A La7 non ci sono buchi informativi, non c’è qualcosa che non viene raccontata. E In Onda non è la squadra B, ma è un’altra squadra che gioca lo stesso campionato delle altre.

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