Addio a Maurizio Costanzo: le lacrime di Luca Laurenti sono le lacrime dell’intrattenimento tv
La disperata commozione di Luca Laurenti a Verissimo, ricordando Maurizio Costanzo che non c’è più: “Per me era come un padre”
Le lacrime di Luca Laurenti di ieri a Verissimo sono le lacrime che versa in queste ore l’intrattenimento televisivo italiano per la morte di Maurizio Costanzo. Un gigante del giornalismo, ma anche un geniale artefice della tv popolare, quella che, al netto di critiche, eccessi, furbizie varie, lascia il segno nella storia del Paese. La disperata commozione di Laurenti è il simbolo del lutto con cui sta facendo i conti il piccolo schermo e in particolare tutti i suoi protagonisti che per predisposizione naturale e/o vocazione professionale davanti alle telecamere tendono ad essere sempre e solo leggeri, sorridenti, giocosi, apparentemente senza fragilità e debolezze.
Addio a Maurizio Costanzo, le parole di Luca Laurenti
“Maurizio lo metto nella mia cornice famigliare perché c’ho passato nove anni di Buona Domenica… Scusate, per quanto abbia fatto le prove a casa per non piangere, scusate, ma… in questi momenti ci si sente un equilibrista, in mezzo ad una medaglia che sono lacrime e che sono sorrisi. Per quanto io possa raccontare le cose più belle come le canzoni che scrivo le vivo nel silenzio del mio cuore e mi dispiace piangere qui davanti a tutti perché le cose più belle, le parole non dette, sono i segreti racchiusi nel nostro cuore, sono un tesoro.
Lo so che è un uomo pubblico, come me che faccio televisione da 36 anni, trasformiamo in sorrisi il dolore dentro le nostre stanzette. I sorrisi in video sono le lacrime nei nostri cuori. È proprio il segreto dell’artista (…) Io dico grazie a Maurizio perché per me è come un padre. Io ho perso i miei genitori, ho perso tutti. Non ci si può e non ci si deve abituare alla perdita delle persone (… ) Pensi che ormai uno sia forte e non pianga mai, ma ogni morte è una morte diversa; è sempre lo stesso dolore che si ripete, sono vite diverse, non siamo uguali, siamo tutti frammenti di un’unica grande coscienza. Come si fa a sdrammatizzare? Quando muore qualcuno, muore una parte di noi perché siamo una cosa sola. (…) Stanotte non ho dormito e stamattina mi sono svegliato piangendo perché l’ho sognato. (…) Gli ho chiesto di alzarsi, lui si è alzato, si è vestito e io gli ho detto ‘quando penso alla forza penso a te'”.