Si è da poco conclusa la settimana sanremese, che, come sempre, oltre che la competizione canora all’Ariston, ha visto impegnati tutti i programmi del daytime Rai nel racconto dell’evento. La Vita in Diretta è tornata in diretta da Sanremo – non accadeva dal 2020 – e con lei i suoi inviati, che non sono mancati neanche nell’edizione più difficile, quella del 2021, edizione sulla quale anche nel corso della gara si abbatté il Covid (Irama, positivo, partecipò la Festival con la registrazione della prova ufficiale). Fra gli inviati di La Vita in Diretta a Sanremo c’era anche Luca Forlani, che nell’occasione abbiamo intervistato per TvBlog.
Inviato di La Vita in Diretta dal 2019, in molti non conosceranno il tuo passato d’attore. La tua carriera, infatti, parte come attore, dopo gli studi universitari prima in Lettere e Filosofia, poi in Giornalismo. Come andarono quegli anni e come ti sei avvicinato alla tv?
Io frequentavo laboratori di teatro già quando andavo a scuola. Finito il liceo, ho scelto di continuare con gli studi universitari, mentre parallelamente portavo avanti lo studio del teatro al Centro Teatro Attivo di Milano e dopo, arrivato a Roma, all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico. Poi, ad un certo punto, come se tutto si fosse unito, è arrivata questa grande occasione di La Vita in Diretta.
Ora tu hai abbandonato la carriera da attore. Pensi che sia un abbandono definitivo o credi che potresti tornare un giorno a quella professione?
In me rimane una grande passione per il teatro, che mi manca tanto. Quindi sicuramente in futuro mi piacerebbe tornare a fare teatro in un lavoro che unisca queste due esperienze. Oppure potrei portare il teatro e il mondo del teatro, in modo accattivante, in televisione.
Non rinneghi quindi l’essere stato attore prima di diventare giornalista?
Per me, se si considera un giornalista televisivo e quindi anche l’aspetto della conduzione, alla fine sono due professioni, quella dell’attore e quella del giornalista, non così diverse. Un ragazzo di provincia che si inizia a muovere in questo mondo non sempre sa cosa vorrà andare a fare: solo l’esperienza può dirti cosa puoi fare e farti capire cosa vuoi fare.
Come arrivi nel 2019 a La Vita in Diretta?
In quella edizione c’era la volontà all’inizio di fare una prima mezz’ora di trasmissione molto leggera con le vox delle persone in strada, dal taglio ironico. Poi le cose sono andate diversamente con lo scoppio della pandemia.
Come eri venuto a conoscenza di questa ricerca di un nuovo inviato per La Vita in Diretta?
Avevo già fatto diversi provini, anche per Rai Ragazzi, in cui però non sono mai stato preso.
Il tuo ruolo con lo scoppio della pandemia è profondamente cambiato. Che cosa ti hanno dato professionalmente quei mesi?
Questo cambiamento è avvenuto grazie all’intelligenza di Alberto Matano, che ha capito che potevo fare delle cose che neanche io immaginavo di poter fare.
Con Alberto Matano vi conoscevate già?
No, ci conoscevamo solamente di vista, non eravamo amici. La nostra conoscenza si è sviluppata all’interno di La Vita in Diretta, dove con il passare dei mesi avevo iniziato a fare qualcosa di attualità. Con lo scoppio della pandemia, dato che serviva un inviato a Milano, che è la mia città, Alberto e gli autori mi proposero di rimanere lì come corrispondente per seguire il lockdown. All’inizio per me non è stato facile, perché era una situazione inedita per tutti e io soprattutto non avevo mai fatto cronaca. In quei mesi ho imparato quasi tutto quello che oggi so fare: mi hanno permesso di capire il racconto giornalistico.
Quelle settimane ti diedero anche una visibilità fino ad allora sconosciuta per te. Dagospia mise in luce il tuo aspetto fisico, facendo allusioni anche sulla tua sessualità. Come hai vissuto quell’attenzione che ricadde su di te in maniera improvvisa?
Gli apprezzamenti sull’aspetto fisico non sono mai stati motivo di orgoglio, ma sicuramente fanno piacere. Non Dagospia, ma altri siti, hanno utilizzato delle mie foto postate quando ero in vacanza al mare estrapolate dal contesto: quello non mi piace perché non sono un’esibizionista. È sbagliato però pensare che curare il look o l’aspetto fisico diminuisca la credibilità di un giornalista o di un’altra professione. Sulle allusioni sessuali, penso che fosse una battuta in perfetto stile Dagospia.
Con la settimana sanremese appena conclusa hai potuto staccare dalla cronaca e dall’attualità. Come vivi questa settimana di leggerezza?
Per me è sempre una bellissima settimana perché da appassionato di Sanremo è sempre stato uno dei miei sogni raccontare il Festival. Per me ogni anno è un sogno che si rinnova andare a Sanremo per raccontare il Festival.
A proposito di sogni, cosa sogna Luca Forlani per il proprio futuro televisivo?
Mi piacerebbe fare un’esperienza in un telegiornale, perché credo che da un punto di vista televisivo sia molto importante e formativo, e probabilmente anche dare vita a un programma di cultura dedicato al teatro