Luca e Paolo a Blogo: “Il campionato fa 90 è un premio a tutta la squadra di Quelli che il Calcio. Ubaldo Pantani è la nostra punta. Mia Ceran? Ci sopporta!”
Luca e Paolo a TvBlog: “Quest’anno, abbiamo cambiato. Era un rischio ma siamo soddisfatti. Quelli che dopo il Tg? Non ci siamo sentiti censurati. Se siamo più tranquilli dopo il cambio di governo? No, lo siamo un po’ meno!”.
Questa sera, domenica 29 dicembre 2019, Luca e Paolo chiuderanno il loro 2019 con una serata-evento intitolata Il campionato da 90, un varietà-quiz, che andrà in onda in prima serata su Rai 2, dedicato ai 90 anni dalla nascita del girone unico del campionato di Serie A, realizzato da tutta la squadra di Quelli che il Calcio e che, quindi, condurranno con la partecipazione di Mia Ceran e di Ubaldo Pantani.
Noi di TvBlog abbiamo intervistato Luca e Paolo in occasione di Il campionato da 90. Con la coppia di comici e conduttori genovesi, abbiamo parlato di questa serata speciale ma abbiamo fatto anche un bilancio di questo 2019.
Il campionato fa 90, qualche anticipazione più dettagliata di quello che vedremo…
Luca Bizzarri: “Sarà un quiz fondamentalmente giocato da nove ex calciatori di tre ventenni diversi, ’60-’70, ’80-’90 e 2000-’10, e, quindi, questi ex calciatori, che vanno da Balzaretti a Boninsegna, risponderanno alle domande sul loro periodo di attività, domande tecniche, alcuni aneddoti… Il tutto con l’ausilio di alcuni filmati che ci riporteranno in quel periodo e un sacco di altre cose carine!”
Cosa ha in serbo, invece, Ubaldo Pantani?
Paolo Kessisoglu: “Ubaldo Pantani è un po’ la nostra punta e, quindi, cercherà di metterlo nel sette! Citerà Buffon e tanti altri personaggi che, ovviamente, si relazioneranno con i calciatori presenti in studio. Sarà divertente e interessante anche per questo”.
Questa prima serata, la considerate un po’ un piccolo premio, una sorta di “promozione” per quanto avete fatto con Quelli che il Calcio?
Luca Bizzarri: “Un po’ forse sì perché se fosse andata male, probabilmente, non ce l’avrebbero fatta fare! Probabilmente sì, è una promozione. Però è una promozione ad una squadra intera e non solo a Luca e Paolo… Questo programma è stato fatto da tutta la squadra di Quelli che il Calcio e, quindi, significa che la squadra ha lavorato bene e siamo contenti”.
Visto che siamo a fine anno, vi chiedo un bilancio di questo 2019…
Paolo Kessisoglu: “Direi buono, per noi buono. Che, a suggellare questa annata, sia arrivata questa prima serata, in effetti, ci ha reso contenti. Siamo orgogliosi perché, come diceva Luca, tutta la squadra è stata premiata e, quindi, significa che siamo andati bene. Abbiamo fatto anche altre esperienze, abbiamo girato un film quest’estate, siamo stati un mese e mezzo a Lisbona, abbiamo vissuto delle belle cose, al di là del nostro rapporto con la Rai, che fanno sì che io possa dire di essere contento”.
Dopo due anni e mezzo al timone di Quelli che il calcio, siete soddisfatti dell’impronta che avete dato al programma?
Luca Bizzarri: “Sì, alla fine, è stato un cambiamento molto lento, da quando abbiamo preso il timone del programma fino ad adesso. Quest’anno, c’è stato il cambiamento più forte e anche quello più pericoloso perché venivamo da un programma che non andava affatto male. Andava bene… E quindi, cambiare era un rischio e, invece, dopo qualche assestamento iniziale, perché, veramente, stavamo facendo tutti una cosa nuova, adesso il format che ne è venuto fuori è molto soddisfacente, sia per noi che lo facciamo che, evidentemente, anche per le persone che stanno a casa a guardarlo”.
La domenica pomeriggio, si giocano pochissime partite ormai… Questo è un limite per quanto riguarda la costruzione della puntata oppure no?
Paolo Kessisoglu: “Potrebbe sembrare un limite ma, in realtà, non lo è. Considerato il fatto che la diretta racchiuda solo 3 partite ci dà la possibilità di scrivere molto, anzi ci “costringe” a scrivere molto. La squadra produce contenuti di cui spesso il 10% non va in onda perché, non sapendo come andrà la domenica, produciamo molto di più in termini di rvm, filmati, ecc… In una domenica molto ricca dal punto di vista calcistico, ad esempio, non usufruiamo di alcuni contenuti.
Alla luce di quello che è accaduto recentemente a Checco Zalone, oggi è difficile provare a fare un minimo di satira in tv? E’ vera questa psicosi del politicamente corretto, l’avvertite anche voi?
Luca Bizzarri: “Più che altro, credo che sia un problema legato soprattutto al web e ai social. Per chi ci sta dentro, sembra che i social siano parte importante del mondo della comunicazione ma, poi, in realtà, secondo me, non hanno tutta questa rilevanza, soprattutto sul pubblico televisivo. Ad esempio, ci sono dei casi in cui uno, se guarda la timeline di Twitter, pensa ‘Questo programma, domani, fa il 100%!’, poiché parlano tutti di quello. Poi, il giorno dopo, magari, quel programma fa il 5%… Tutta questa ondata di indignazione riguardo la roba di Zalone ha riguardato più gli utenti di Twitter, ecco, che rimangono una piccolissima parte della popolazione. In giro, c’è più intelligenza rispetto a quanto si guardi sui social network”.
La parodia, la canzone, a cui siete più affezionati, qual è?
Luca Bizzarri: “Forse “Prendi una barca e trattala male!” (risata sia di Luca che di Paolo, ndr)! Perché quella parodia di Teorema è stata vista come satira politica ma, invece, era satira di costume, era una satira su “buonisti” contro “cattivisti”. Non era soltanto una roba contro Salvini come poteva sembrare. Era una cosa più ampia e questo me l’ha fatta piacere molto”.
A distanza di tanti mesi, volevo chiedervi se avete un po’ digerito la chiusura di Quelli che dopo il Tg, se siete riusciti a trovare delle motivazioni?
Paolo Kessisoglu: “Le motivazioni, le abbiamo trovate subito. Sono dinamiche che, all’interno di una rete, evidentemente, possono innescarsi. In quella circostanza, è capitato a noi. Non mi sono mai sentito censurato, né preso di mira. E’ ovvio che il dispiacere c’è stato e, quindi, quel dispiacere lì ha avuto modo di metabolizzarsi nel tempo ma le spiegazioni, non ha molto senso cercarle… A volte capita, punto. Il programma andava bene ed è andata a finir così. Se è stato chiuso, è stato chiuso, punto (risata, ndr)! Non c’è molto da ricamarci, pazienza…”
Ma con il cambio di governo, siete un po’ più tranquilli oppure no? Domanda ironica…
Luca e Paolo: “Lo siamo un po’ meno!”.
Paolo Kessisoglu: “Anche perché non mi sembra che ci sia ancora un nome! (riferito al direttore di Rai 2, ndr)”.
Luca Bizzarri: “Il problema è proprio questo, siamo un paese un po’ schizofrenico. Le cose cambiano in fretta, la politica è molto presente. Per noi, chiunque ci sia al governo, e in 20 anni ne abbiamo visti tanti, non ci preoccupa più di tanto, tanto poi è sempre quella roba lì!”.
Una domanda su Mia Ceran, che rapporto si è sviluppato con lei, in questi due anni e mezzo?
Paolo Kessisoglu: “C’è un ottimo rapporto. Ci sopporta! Finché ci sopporta, direi più che bene!”
Luca Bizzarri: “Devo dire che è stata molto brava lei nel senso che siamo due contro uno, due vecchi contro una giovane! E’ stata molto brava ed è diventata parte integrante di una squadra che, per ora, funziona bene”.
Paolo Kessisoglu: “E’ molto donna, perché è molto bella e molto intelligente, però ha anche una parte un po’ “maschiaccia”! E’ un complimento. Sa fare gruppo e questo aiuta”.
Aspettative per quanto riguarda il 2020…
Luca Bizzarri: “Costruire delle autostrade ma solo per i giovani! (citazione di Elio e le Storie Tese, ndr)”.
Paolo Kessisoglu: “E la pace nel mondo, aggiungo!”.
Luca Bizzarri: “Vorremo solo continuare a lavorare. Noi, alla fin fine, gli anni passano, in mezzo alla tempesta, però si lavora… E questo è positivo. Vuol dire che ci divertiamo a lavorare e che vorremmo continuare a fare ciò che stiamo facendo”.
Paolo Kessisoglu: “Concordo. La novità più bella è sempre la conferma”.