Love Island, anche la Gran Bretagna ha la sua isola dei record (Video)
Mentre in Italia Temptation Italia è diventato un caso, in Gran Bretagna Love Island, altro reality con alla base coppie sotto l’occhio delle telecamere, ha superato ogni record d’ascolto del network che lo manda in onda
Non è solo l’Italia ad essere stata travolta dalla mania delle isole sfondo di reality e dating show. Mentre Canale 5 brinda al successo della quinta edizione di Temptation Island, risultata essere la più vista di sempre (il picco, al momento, è di 3,9 milioni di telespettatori raggiunti nella puntata del 23 luglio, ma mercoledì andrà in onda il gran finale), in Gran Bretagna è il network ITV2 a fregarsi le mani.
Altro Paese, altro format, ma sempre un’isola e le relazioni dei suoi protagonisti di mezzo: Love Island è il titolo del format che il canale inglese ha riportato in onda da quattro anni a questa parte, rispolverando un titolo già trasmesso da ITV nel 2005 e nel 2006. Proprio come Temptation Island in Italia, andato in onda nel 2005 con il titolo Vero amore e la conduzione di Maria De Filippi (ora dietro le quinte del reality come produtttrice).
Alla base di Love Island, però, non ci sono i possibili tradimenti ed i legami di fiducia messi alla prova da tentatori e tentatrici, quanto la capacità di formare una coppia e di arrivare fino in finale, per aggiudicarsi il premio di 50mila sterline.
All’inizio di ogni stagione del programma, ambientato su una lussuosa villa a Maiorca, entrano dieci concorrenti: a loro viene chiesto di scegliere un partner e di formare delle coppie, con cui vivere all’interno della struttura sotto l’occhio delle telecamere.
L’amore citato nel titolo c’è, ma non è per forza alla base della formazione delle coppie: per vincere il premio finale serve sintonia e determinazione. Caratteristiche che possono spingere i concorrenti ad allearsi con qualcuno verso cui non provano necessariamente sentimenti amorosi. Le prove? Non hanno a che fare con la fiducia, ma con la conoscenza gli uni degli altri, ed hanno sempre come obiettivo la possibilità di andare avanti nel programma fino all’ultima puntata.
Il bello del gioco (perché di gioco si tratta) arriva quando nella villa vengono fatti entrare, a sorpresa, nuovi concorrenti, che sparigliano le carte e, soprattutto, rendono dispari il numero dei presenti: ogni 4-5 giorni circa ai partecipanti viene data la possibilità di cambiare il proprio partner con un altro, e cercarne così uno con cui avere un feeling migliore per arrivare in finale. Il “re-coupling” porta così o alla conferma o alla nascita di nuove coppie, lasciando però fuori un concorrente: questo, ovvero colui o colei che non avrà ottenuto l’interesse da parte di nessuno, sarà eliminato ed allontanato dall’isola.
Le differenze con Temptation Island sono tante, ed hanno anche a che fare con l’interazione del pubblico da casa: se il programma di Canale 5 è registrato e non chiede il coinvolgimento diretto del pubblico, il format di ITV2 ha invece bisogno del voto del pubblico, tramite un’app, per decretare quali coppie possano restare in gara e quali essere eliminate. Una serie di eliminazioni che, com’è immaginabile, porta a ridursi il numero di partecipanti, fino a decretare la coppia vincitrice, che si porterà a casa il premio (spetterà poi ai componenti decidere se dividersi la cifra in parti uguali o no).
Accattivante, provocatore, semplice e perfetto per i mesi estivi, Love Island è diventato un appuntamento fisso dell’estate inglese, e quest’anno ha superato ogni record d’ascolto per il network: l’ultima puntata, andata in onda ieri (e vinta da Dani Dyer e Jack Fincham, che hanno sempre rifiutato di scegliere altri partner), è stata vista da 3,6 milioni di telespettatori, con una crescita di un milione di persone rispetto al finale della stagione scorsa e picchi di ascolto tra il pubblico più giovane.
I reality salveranno la tv generalista? Forse è esagerato da dire, ma sicuramente programmi come Love Island e Temptation Island, dal basso costo e dalla grande resa, stanno dando una mano ai network tradizionali a reggere il confronto con le nuove piattaforme di streaming on demand, fortissime invece sul fronte seriale e più deboli sugli unscripted show (non è un caso che Netflix in Inghilterra abbia acquistato le stagioni precedenti proprio di Love Island).
Programmi come questi fanno il loro dovere, senza pretendere di voler insegnare nulla, e restando fedeli alla loro mission nell’arco delle puntate: raccontare le dinamiche interpersonali dei protagonisti senza cornici troppo vistose, come la casa del Grande Fratello o la spiaggia dell’Isola dei Famosi -dove l’obiettivo, piuttosto, è resistere agli sforzi fisici e psicologici-.
Certo, i reality show si portano dietro sempre il loro strascico di polemiche, ma fa parte del progetto: animare il pubblico, svegliarlo dal torpore che il caldo induce e, perché no, trovare nuovi personaggi da dare in pasto ai palinsesti autunnali. E mentre negli Stati Uniti Usa Network sta pensando di riproporre Temptation Island (il format è andato in onda sulla Fox dal 2001 al 2003), Love Island si sta facendo conoscere in Europa, con numerose versioni all’attivo ed altre in realizzazione. Arriverà in Italia? Probabile: l’estate è lunga, e la voglia di visitare spiagge e mari limpidi potrebbe non limitarsi ad una sola isola.