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Lost Season 2 – Recensione

Diamo il benvenuto su TvBlog a una nuova firma che di tanto in tanto ci allieterà con recensioni di serie tv. Si tratta di Mario A. Rumor, autore di Created By, un bel libello sulle serie cui avevamo dedicato una recensione. Tutto ciò mentre da ieri sera RaiDue – subito dopo il promo della prossima

11 Febbraio 2006 08:20

LostDiamo il benvenuto su TvBlog a una nuova firma che di tanto in tanto ci allieterà con recensioni di serie tv. Si tratta di Mario A. Rumor, autore di Created By, un bel libello sulle serie cui avevamo dedicato una recensione. Tutto ciò mentre da ieri sera RaiDue – subito dopo il promo della prossima edizione di Music Farm, come tutti saprete affidata di nuovo a Simona Ventura – torna a programmare un prossimamente che promette la messa in onda della prima stagione di questa serie straordinaria.

Lost (Stagione 2) – Recensione
di Mario A. Rumor

L’Isola di J.J. Abrams e Damon Lindelof è paradiso, purgatorio e inferno: decidete voi in quale ordine. E se ci frugate dentro scoprirete pure che è un micidiale vaso di Pandora, sempre pronto – per volere dei due signori di cui sopra – a vomitare magagne a misura di sopravvissuto a disastro aereo. Che non è più tale nell’istante stesso in cui si rende amaramente conto che neppure l’Isola è davvero una comune isola sperduta nel Pacifico ma un diabolico marchingegno colorato di verde, fornito di insidie, segreti e misteri per non tradire il dna seriale di una tv che si è scoperta nuovamente avida di colpi di scena, di bordi narrativi ruvidi e di personaggi che hanno smarrito (o perduto, se preferite) l’aplomb cool degli altri colleghi del piccolo schermo. Come se non bastasse, i disperati di Lost neanche sono mai giunti a destinazione.

Manco sanno come si chiama quell’Isolaccia (Anthony C.S.I. Zuiker dovrebbe quindi starne alla larga). Vengono marcati dal destino, sono quello che sono per i due minuti che J.J. decide di mostrarceli in primo piano, mentre sottobanco conserva un repertorio di altri minuti, stessi personaggi, altra vita. Succede poi che, sul finire della prima stagione, anche l’Isola si goda i suoi due minuti a disposizione per squarciare il cuore palpitante dei lost-dipendenti regalando un mini vaso di Pandora a disposizione di quanti sull’Isola vorrebbero sopravvivere, scoprire quali altri misteri nasconde o capire se essa non sia piuttosto un tropicale ricettacolo della sfiga (anche qui: decidete voi in quale ordine).

Così un anno dopo il suo debutto (appena qualche minuto per i lost-sopravvissuti), la serie si risveglia con una gran voglia di rivelare i suoi segreti e qualcosa in effetti trova la sua giusta (e apparentemente razionale) collocazione. È bello crederci ma non è questo che in realtà i lost-dipendenti desiderano. Ne vogliono sempre di più. J.J. e socio lo sanno bene e con quella giungla tanto vasta a disposizione riuscirebbero a farvi perdere l’orientamento come e quando vorrebbero (non lo avete capito che per una ragione inspiegabile eravate sul volo Oceanic 815 anche voi?) perché Lost parte seconda è desiderio ed estasi: più ti senti perduto, più ti sembra di essere vivo. Se a Wisteria Lane vi verrebbe voglia di sbirciare nel giardino del vicino (e non è detto che già non lo facciate), nella verde giungla di J.J. vi verrebbe voglia di correre dietro alla misteriosa “cosa” che si agita fra le palme o aiutereste l’imperscrutabile John Locke ad andare a fondo nei segreti dell’Isola oppure, buon per voi, fareste la corte alla bellissima Kate, prima che si decida tra il buon dottor Jack e il maledetto Sawyer.

Quello che ancora non sapete è che nuovi personaggi entreranno a far parte dell’entourage dei lost-sopravvissuti (pure loro marcati stretto dal destino), che l’Isola non è così inospitale come potrebbe sembrare e che ci sono altri piccoli vasi di Pandora da scoprire. Qualcuno uscirà di scena, qualche altro guarderà dritto negli occhi la “cosa”, altri continueranno a sopravvivere come già hanno fatto nella prima stagione. Tutto in attesa che l’Isola si riappropri nuovamente dei suoi due minuti di gloria per farci sentire ancora più perduti e felici. Per altri 365 giorni. Ovvero, appena qualche minuto per gli sventurati abitanti di Lost.