L’Osservatore Romano contro Amici di Maria De Filippi: “Una scuola di perfidia”
Essere d’accordo con l’Osservatore Romano. Un atto spesso innaturale ma una tantum possibile. Leggendo oggi le righe firmate da Marcello Filotei e Giuseppe Fiorentino, infatti, non ho potuto fare altro che annuire sistematicamente. Il quotidiano religioso se l’è presa – sconfinando, com’è solito fare – con “Amici” di Maria De Filippi accusando il talent show
Essere d’accordo con l’Osservatore Romano. Un atto spesso innaturale ma una tantum possibile. Leggendo oggi le righe firmate da Marcello Filotei e Giuseppe Fiorentino, infatti, non ho potuto fare altro che annuire sistematicamente. Il quotidiano religioso se l’è presa – sconfinando, com’è solito fare – con “Amici” di Maria De Filippi accusando il talent show di Canale5 di essera una “scuola di perfidia”.
L’Osservatore Romano se l’è presa, anzitutto – e forse con troppa, ingiustificata acredine – con il successo ottenuto da Alessandra Amoroso, vincitrice della scorsa edizione:
“Sembra quasi che si voglia centrare il bersaglio a ogni costo, per precostituire un successo obbligato. D’altro canto, se l’industria dell’intrattenimento investe così massicciamente in un personaggio non può certo rischiare di fallire, dilapidando enormi risorse finanziarie. Forse anche per questo le inconsapevoli future ‘popstar per un anno’ vengono filtrate in quel crudele imbuto che sono diventati i talent show. Nati con l’intento di dare una possibilità di emergere a chi ha particolari qualità artistiche, sono progressivamente scaduti in vere e proprie scuole di perfidia”.
Continua l’articolo, che allarga pertanto la visuale a tutto il panorama dei talent show italiani:
“La vita nell’ambiente artistico non è contraddistinta da solidarietà e sincera amicizia, ma in alcuni di questi spettacoli – un fenomeno certo non solo italiano – la rivalità esacerbata pare richiesta per contratto. Alessandra Amoroso e gli altri vincitori dei troppi talent show che affollano i palinsesti televisivi saranno felici del loro successo, anche se a scadenza, ma agli altri concorrenti resta il nulla. Ai milioni di telespettatori, adolescenti di tutte le età, resta ancora meno: modelli comportamentali unicamente miranti alla notorietà televisiva. Lo dimostrano le decine di migliaia di persone che partecipano ai casting di trasmissioni per ottenere anche solo una fuggevole comparsata. I più fortunati, potranno fregiarsi dell’ambito titolo di tronisti e magari riusciranno a urlare in diretta improperi solo apparentemente spontanei. Chi non ce la farà dovrà limitarsi a saltare la fila alla posta. Sentendosi autorizzato a farlo e godendosi il suo piccolo momento di successo”.
Fino alla conclusione sacrosanta (è il caso di dirlo):
“E’ proprio opportuno che adulti artisticamente sulla via del tramonto avviino adolescenti sognanti sulla strada della notorietà a ogni costo?”.