Lorella Cuccarini e il suo Pianeta Proibito acclamati (solo) da Pippo Baudo? Il pubblico gay del Muccassassina la fischia

Lorella Cuccarini e il Pianeta Proibito

Lorella Cuccarini ha presentato da Baudo, già con tutti i crismi del caso, il suo Pianeta proibito, in scena (senza troppi bagni di folla) al Teatro Sistina. Esaurito l’effetto sorpresa, viene da chiedersi che senso ha desiderare un’ospitata-evento della showgirl al Festival di Sanremo, salvo che per il discusso numero in cui appare nuda sul palco, con solo una chitarra a coprirla.

In ogni caso Lorella è entusiasta al punto da calzare, in piena mezza età, i panni di una principessa futuristica, da dimostrarci di essere ancora un’artista a dispetto del fiatone, da saper ballare e cantare sul serio. Che sia semplicemente ridicola o straordinariamente talentuosa è il dilemma più aperto sul suo conto, ma intanto il Pianeta proibito con i vari reduci da X Factor mischia testi di Tiziano Ferro a citazioni da Shakespeare:

“E’ il numero zero di nuovo modo di fare teatro, una contaminazione col cinema e la tv, un incontro tra passato e la tecnologia”.

La Lorella nazionale, di questi tempi, ha ben altro di cui preoccuparsi. Come hanno riportato i colleghi di Queerblog, il suo pubblico gay l’ha rinnegata subissandola di fischi nella ennesima ospitata al Muccassassina (persino quando lei propone il bis la invitano ad andarsene). Gli omosessuali non perdonano, infatti, alla Cuccarini una dichiarazione rilasciata a Vanity Fair, in cui si mostrava contraria al matrimonio gay e alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Dichiarazione peraltro confermata sul palco del locale.

Posto che Lorella rivendica la sua matrice cattolica – pur rispettando le varie forme di amore universale – il brutto trattamento ricevuto dal pubblico queer, che si è sentito tradito dopo anni di ininterrotta fedeltà, dimostra quanto essere icone gay oggigiorno conti molto per la popolarità di una donna di spettacolo. Che, alla prima presa di distanza (è successo anche alla Ferilli da Chiambretti), rischiano di ritrovarsi la sala vuota… o, appunto, una marea di fischi.