Dopo l’esaltazione (escluso Aldo Grasso, a cui non ha fatto ridere), ecco che arriva il momento della delusione. Da parte di chi ha scoperto che alcune gag di Lol Italia sono identiche a quelle realizzate all’interno di altre versioni internazionali del format giapponese.
Sui social, non a caso, da alcune ore girano video e immagini che non lasciano dubbi. La trovata di Elio di ‘indossare’ la Gioconda non è inedita. Così come le gag di Lillo del righello metallico di un metro e della confezione di Kleenex.
Intervistato da Il Corriere della Sera, il comico romano tra i mattatori dello show disponibile su Amazon Prime Video prova a chiudere il Lol gate:
In realtà è tutto molto semplice. Quel numero non è mio e nemmeno del concorrente tedesco, ma del mago Lioz, come dichiaro anche all’inizio dello sketch, mostrando anche un finto biglietto che mi avrebbe consegnato lui, in quanto suo adepto. Insomma, ho subito dichiarato l’autore. Ad ogni modo, il concetto di Lol è far ridere gli altri, non necessariamente con cose del proprio repertorio.
La ‘difesa’ di Lillo è chiara: “se devi far ridere gli altri usi anche cose che fanno tanto ridere te per primo. Sempre dichiarando la fonte. Anche le barzellette non le ho inventate io. Ma mi facevano ridere“. Ovviamente non tutto ciò che è andato in scena a Lol Italia è stato ‘ispirato’ dalle altre versioni del format:
Posaman o la frase “so Lillo” è chiaro che vengono da me, ma è un gioco, una sfida in cui ognuno usa le armi che gli fanno più ridere.
Che ruolo e che peso hanno avuto, dunque, gli autori di Lol Italia?
Gli autori ci hanno solo messi in condizione di fare tutto quello che volevamo per far ridere. E quindi, dicendo che volevo fare Posaman, mi hanno fatto trovare il costume. È stato naturale parlare delle cose che avremmo voluto proporre e loro hanno fatto il possibile per assecondarci. Ma sono stati i primi a dirci che non dovevamo fossilizzarci sulla questione che fosse tutto repertorio nostro. Davvero, è un gioco, non una esibizione personale.
L’aver copiato alcune battute e trovate è da considerarsi una diminutio per l’edizione italiana di un format internazionale? O ne è una inevitabile condizione? La sensazione è che la riuscita di uno show come Lol sia decretabile in base ad una sola (e non da poco) sostanziale questione: ha fatto o non fatto ridere gli spettatori?