Lo Spaesato: la formula migliore per depotenziare Teo Mammucari
Su Rai 2, è andata in onda la prima puntata del people comedy show con protagonista Teo Mammucari. La recensione di TvBlog
A Lo Spaesato, il paragone con Libero non ha fatto per nulla bene.
Nel nuovo programma di Rai 2, infatti, l’improvvisazione, la vena dissacratoria, il sano cinismo e la “cattiveria” che non trascende mai di Teo Mammucari hanno lasciato il posto ad un programma che ha dovuto fare i conti con tutti i limiti già visti e rivisti del linguaggio del docu-reality che non solo hanno depotenziato Mammucari ma hanno anche privato il programma di qualsivoglia tipo di naturalezza, trasformando Lo Spaesato in una sorta di programma di valorizzazione del territorio alla Sereno Variabile con una punta di comicità.
È un peccato perché dopo aver visto Teo Mammucari “ingabbiato” nei ruoli limitanti di giudice di Tu sì que vales e di conduttore de Le Iene, che non offrono ampio raggio di azione, questa era una bella opportunità di rivedere Mammucari nel ruolo di mattatore assoluto ma poco e nulla, ne Lo Spaesato, ha funzionato come avrebbe dovuto.
Come già anticipato, il registro del docu-reality ha tolto spontaneità al programma a partire da un post-produzione pesante con applausi continui e canzoni spalmate per tutta la durata della puntata.
Gli incontri di Teo Mammucari con gli abitanti più carismatici e sui generis del paese di turno (in questa prima puntata, abbiamo visto Agropoli) appaiono tutti concordati, non c’è nulla che possa anche solo sembrare casuale, da un punto di vista della resa televisiva: dall’Uomo Aglio alle Pop Voice, da Totonno e Sghizzo fino a Umbertino e Angelina. Il compito di Teo Mammucari, nello spettacolo di stand up comedy che si tiene nel teatro di paese (che stand up comedy non è e sarebbe anche ora di smettere di usare questa definizione a sproposito), è stato quello di trasformare questi abitanti in personaggi ma la sensazione è che neanche Mammucari fosse molto convinto del potenziale comico delle persone che aveva davanti. Il risultato finale è stato battute deboli e gag poco genuine.
Anche lo sketch della telefonata in teatro sembrava organizzato a tavolino. Tutto è risultato molto forzato.
La retorica del “Quanto è bello vivere in paese!”, poi, ha appesantito tutto ciò. Il finale di puntata si è davvero trasformato in un programma simil-Linea Verde con interviste al burattinaio, ai portatori della statua della Madonna, al fuochista del paese alla scuola di rodeo. Mammucari si mette in gioco ma neanche lui appare sicuro di quello che stia facendo anche perché nell’esasperare troppo le situazioni, si rischia di trasformare tutto in una farsa e Mammucari, forse, è consapevole di questo rischio.
Tirato su in questo modo, il programma non è oggettivamente nelle corde di Mammucari.