Lo show di Capodanno? Lo specchio del declino del Paese
Qualche giorno fa mi è capitato di leggere una notizia di agenzia oserei dire “divertente”, con toni certamente esagerati, ma al contempo assolutamente condivisibile nella sostanza. Si trattava di un appello lanciato dall’assessore al Turismo della Regione Puglia, Massimo Ostillio, dopo la visione del programma proposto da RaiUno nella notte di San Silvestro. A dare
Qualche giorno fa mi è capitato di leggere una notizia di agenzia oserei dire “divertente”, con toni certamente esagerati, ma al contempo assolutamente condivisibile nella sostanza. Si trattava di un appello lanciato dall’assessore al Turismo della Regione Puglia, Massimo Ostillio, dopo la visione del programma proposto da RaiUno nella notte di San Silvestro. A dare l’input alle dichiarazioni dell’assessore, un collegamento con Otranto – dove si esibivano Mario Biondi ed altri ottimi artisti in una location invidiabile – ritardato di una quarantina di minuti a causa di insignificanti esibizioni di starlette d’annata:
”Faccio un appello ai critici televisivi e a quanti di loro, come Aldo Grasso, sono esperti di tv e di buon senso, affinche’ abbiano fine gli sconci che abbiamo visto su Raiuno a Capodanno. Una comparsata senza botti di star decadute, emblema dell’italico declino e di come la tv di Stato sia ridotta alla frutta”
Sono anni in effetti che la principale rete della tv di Stato ci propone un programma-fotocopia fatto quasi esclusivamente dalle solite canzonette disco anni 70, qualche vippetto di secondo livello e tante mummie italiane o straniere riesumate quelle 3-4 volte l’anno. E novità come, per l’appunto, i possibili collegamenti con Otranto con “l’Alba dei Popoli” sono state sfruttate nel peggior modo possibile.
Ostillio, in modo un po’ colorito e ironico, rimarca il concetto:
”Gli italiani sopravvissuti ringraziano. Hanno potuto brindare con notissimi personaggi dello spettacolo, notissimi da chi ha 60 anni in su. Senza voler mancare di rispetto a questi artisti notissimi ma ormai d’antan e simbolo, loro malgrado, della paralisi sociale, culturale e politica che ha colpito il Paese, viene da chiedersi quale sia la regola che ha consentito il rafforzarsi di reali oligarchie televisive a scapito della qualita’ del prodotto”
L’analisi della serata da parte dell’assessore continua, ma in questa sede non importano tanto le sue parole nello specifico, quanto un concetto sacrosanto che fino ad ora pochi avevano avuto il coraggio di far notare. A fronte di un palinsesto festivo Rai ricco di prime tv e programmi interessanti (forse mai come prima), la serata di fine anno è stata totalmente da bocciare, come succede ormai da moltissimi anni a questa parte.
Va dato atto a RaiUno di essere stata una delle poche reti a proporre uno spettacolo in diretta della durata di parecchie ore, ma l’enorme spesa sostenuta per organizzare un evento di quella portata poteva essere sfruttata probabilmente in modo diverso, con risultati sicuramente migliori. Forse Mtv, nel suo piccolo, col concerto di Giorgia in diretta da Roma è riuscita a fare meglio.