Lo Show dei Record: la tv di un tempo (con i difetti di oggi…)
Lo Show dei Record prova timidamente ad apportare delle novità ma rimane un programma incapace di offrire un upgrade.
Lo scrivemmo un anno fa: Lo Show dei Record è un programma che continua ad apparire sempre uguale a se stesso, che non presenta novità, che sembra non conoscere la parola novità.
Al fine di non riciclare la recensione scritta un anno or sono, proviamo a cercare perlomeno delle attenuanti che possano giustificare il fatto che lo show di Canale 5, condotto da Gerry Scotti, non riesca proprio ad offrire al pubblico un upgrade come si deve, continuando ad apparire come un’eterna replica.
Innanzitutto, il format molto rigido non aiuta: intervista, prova, certificazione del record. Tutto è molto schematico. Si possono notare, comunque, elementi di varietà che colorano il programma, di conseguenza qualcosa in più da questo punto di vista, probabilmente, si poteva e si potrebbe fare (stasera, ad esempio, in questa prima puntata, non ci sono stati nemmeno gli ospiti).
Come il recente Sanremo insegna, poi, anche Lo Show dei Record, per rendersi un filino più moderno e accattivante, ha strizzato l’occhio ai social, ospitando un influencer famoso (seguito da ben 11 milioni di follower), che si è esibito con una prova che neanche il più ispirato Takeshi Kitano sarebbe riuscito a partorire (fortunatamente, la gag del conduttore con lo smartphone in mano ci è stata risparmiata…).
Anche in questo caso, troppo poco per complimentarsi, ma apprezziamo il gesto, come dire, apprezziamo il tentativo di provare a fare qualcosa di nuovo rispetto agli anni passati.
Soffermandoci su Gerry Scotti, poi, il conduttore è impeccabile nel mettere ironia nei punti giusti delle varie prove, senza risultare invadente o inopportuno. Appare quasi impossibile chiedergli di più e in alcuni punti del programma, tra l’altro, tornano in mente istintivamente le sue performance giocose a Tú sí que vales, facendo risaltare ancora di più quanto, in questo show, appaia “legato” al ruolo di conduttore in senso stretto e impossibilitato a lasciarsi andare.
Attenuanti a parte, Lo Show dei Record, tra l’altro, è un programma nel quale i limiti e i difetti della “registrata” si vedono tutti. Non c’è nulla di tragico nel registrare i programmi, per carità, ma è necessario un ordine perché vedere, ad esempio, la giudice Sofia Greenacre, una volta all’autodromo di Monza e subito dopo a Cologno Monzese, fa presupporre la registrazione di blocchi che poi vengono assemblati per comporre una puntata. E anche in questo caso, non vi sarebbe nulla di male.
Il problema si presenta quando Gerry Scotti dà il via alla puntata, anzi alla nuova edizione, con “E il prossimo recordman è…”: lì, si avverte una sensazione di pressapochismo, come con gli interventi post-esibizione nel backstage dei vari recordman che sembrano quasi “incollati” o i collegamenti raffazzonati.
Lo Show dei Record è tv di un tempo, per quanto la prima edizione risalga anche al 2006, sostanzialmente neanche tanti anni fa, di conseguenza il programma non si potrebbe neanche fregiare del “titolo” di talent show ante litteram che, perlomeno, ne giustificherebbe l’assenza di novità.
Tv di un tempo perché, comunque, c’è un rituale: a questo punto, sta ai telespettatori decidere se questo rituale piace oppure no, se è ancora attuale oppure no.
Tv di un tempo con i difetti (evitabili) di oggi.