Live non è la d’Urso, è pace tra la conduttrice e Vittorio Sgarbi: “È accaduto qualcosa di così violento sul niente” (VIDEO)
Il critico d’arte: “Mi hai detto di andare via ed ero tuo ospite” la conduttrice: “Hai reagito in maniera violenta e questo l’ho trovato scomodo”
A Mediaset in questi giorni non ci sarà un via vai di pubblico ma di pax certamente. Dopo il trattato di Cologno siglato a Verissimo ieri pomeriggio tra Barbara d’Urso e Federica Panicucci, stasera è toccato tra la conduttrice e Vittorio Sgarbi, protagonisti di un esplosivo litigio 7 giorni fa a Live non è la d’Urso.
Se inizialmente si era scelta la linea dell’allontanamento dagli studi del biscione, il dietro front è arrivato sia dall’azienda che ha teso la mano al critico d’arte che è tornato in studio, sia – com’era prevedibile – dallo stesso Sgarbi che nei confronti di Barbara d’urso ha fatto un passo indietro ritrattando con delle rose rosse – altrettanto prevedibili – quanto è accaduto settimana scorsa, chiarendo il tutto partendo dalla parola che ha scatenato il caos: raccomandazione
Avevo pensato di fare con te un discorso sul senso di raccomandazione. Io portandola in tv ho raccomandato Elenoire Casalegno perché l’ho fatta vedere. C’è stato un equivoco. Berlusconi mi ha raccomandato te perché mi ha detto che sei brava, la più brava di quelli che lavorano in Mediaset. Io che cosa avrei potuto fare per te. Non c’è la materia proprio. Hanno parlato molto di noi – sottolinea – abbiamo reso allegra una parte di umanità mentre in giro di parla di Coronavirus. È straordinario che sia accaduto qualcosa di così violento sul niente. Mi hai detto di andare via ed ero tuo ospite, un ospite non si caccia. Forse merito anch’io delle rose.
Di tutto ciò, la parola ‘scusa’ non esce dalla bocca di Sgarbi. La conduttrice lo ascolta in un inedito silenzio, il discorso durato circa 4 minuti non è stato mai interrotto e probabilmente questo segnerà un precedente. Solo quando Vittorio Sgarbi scarseggia le parole portandosi al termine del discorso prende parola prendendo subito di mira la parola chiave dello scontro.
Accetto le rose e comprendo la tua dissertazione sul termine ‘raccomandata’. Permettimi di dirti che l’accezione popolare è diversa, ha un significato ben preciso. Io sono andata via di casa da ragazzina lottando per la meritocrazia. L’ho insegnata ai miei figli che hanno un loro lavoro, un loro cognome e che sono cresciuti nel fermo proposito di non essere raccomandati. Il termine ‘raccomandazione’ mi ferisce se si parla di me. Tu hai reagito in maniera violenta e questo l’ho trovato scomodo. Sei andato avanti in maniera violenta nei confronti di una donna. Un uomo colto deve essere sempre gentile. Ti invito perché amo la tua intelligenza e la tua cultura. Sono rimasta molto male. Accetto le rose, non ho ricevuto le tue scuse ma va bene così.
D’altronde diciamocela tutta: come si può lasciar sfuggire un personaggio che fa discutere e che regala il sale alle polemiche in un programma dove le polemiche si sviscerano a ritmi forsennati? Appuntamento al prossimo round.