L’Italia Sul Due – Henger, Vento, Mosca. Capolavoro del trash
Sempre detto io che non si deve accendere la televisione il pomeriggio. Va a finire che uno fa zapping e trova l’Italia Sul Due. E ci trova dentro Flavia Vento – polemica come al solito, per quel poco che le è concesso di polemizzare – Eva Henger e Maurizio Mosca. Di che si parla? Ovviamente
Sempre detto io che non si deve accendere la televisione il pomeriggio. Va a finire che uno fa zapping e trova l’Italia Sul Due. E ci trova dentro Flavia Vento – polemica come al solito, per quel poco che le è concesso di polemizzare – Eva Henger e Maurizio Mosca.
Di che si parla? Ovviamente di porno, senza mai citare la parola, senza mai parlare di sesso, senza mai citare nulla esplicitamente. Immaginatevi le acrobazie degli astanti per evitare di usare certe parole: è un valzer di giri di parole, perifrasi, circonlucuzioni, una rumba di quel lavoro lì, quei film così, quelle scene là, lavorare col tuo corpo. Flavia è fastidiosa e inutile come al solito, non risponde alle domande, reagisce con voce squillante e banalità, si picca di essere stata invitata solo per fare domande alla Henger. E che domande.
Il tenore è ma non ti vergogni di aver fatto quel lavoro lì con i tuoi figli e via dicendo.
Maurizio Mosca si limita a definire la Henger deliziosa, e ci mancherebbe altro. Appare persino Riccardo Schicchi in un’intervista impossibile, in cui chiama la bella Eva orsetta e nega l’evidenza. Ovvero che i due sono di fatto separati.
Ci vuole almeno mezz’ora di ipnotico programma prima che Eva riesca a pronunciare la parola pornografia, la dice ben tre volte, prima di ammettere che sì, forse era arrabbiata con Schicchi per averle permesso di lavorare col suo corpo (e dalli!).
Mentre la visione soporifera prosegue, non faccio fatica a ammettere che Eva Henger rappresenta l’unico vero cervello in onda in questo momento, e che riesce a chiudere il discorso su Schicchi affermando che tutti i complimenti che lui le fa nell’intervista non sono complimenti per lei, ma per lui. Chapeau.