L’Italia mondiale
Io lo capisco, che la diretta generi imprevisti. Io lo capisco che bisogna farsi strada – il Gattuso dei giornalisti, è appena stata definita l’inviata Patrizia Rubino, della cui sorte addirittura occorre sincerarsi: ho perso l’operatore, dice – fra la folla, io lo capisco che ci sia l’entusiasmo, la frenesia, gli sganci delle camere, i
Io lo capisco, che la diretta generi imprevisti. Io lo capisco che bisogna farsi strada – il Gattuso dei giornalisti, è appena stata definita l’inviata Patrizia Rubino, della cui sorte addirittura occorre sincerarsi: ho perso l’operatore, dice – fra la folla, io lo capisco che ci sia l’entusiasmo, la frenesia, gli sganci delle camere, i microfoni che frusciano. Capisco tutto. Anche lo switch da RaiUno a RaiDue. E’ del tutto comprensibile, lo dice anche Bulgarelli.
Ma santo cielo, un evento – perché, piaccia o meno, è un evento. Ci sono pure le Frecce Tricolori – come questo merita un minimo, giusto un minimo di organizzazione in più, almeno dal punto di vista della regia, che invece ci regala inquadrature squallide e raffazzonate, stacchi a caso che non raccontano l’emozione, commenti fuori tempo e un senso generale di approssimazione e superficialità.
Abbastanza triste. D’altra parte, comunque – e cito di nuovo testualmente – abbiamo le immagini, anche se della schiena di un carabiniere.
Ma per favore.
Su La7 invece Flavia Fratello sfoggia una collana giallorossa non nascondendo la propria fede, e la si butta sulla goliardia. Così, la signorina che non la smette più di ridere, si permette di leggere uno degli striscioni che va per la maggiore: Noi ce l’abbiamo Grosso. Finezza.
Certo, fra le due impostazioni – il finto aplomb RAI e la goliardia un po’ pecoreccia di La7 – non posso che preferire la seconda, che ci regala clip – termine carissimo a Mazzocchi – e montage con immagini tratte anche dalle tv locali. Almeno si sorride, oltre a autoincensarsi.