L’Italia al contrario
Come vi avevamo raccontato qualche giorno fa Isaiah Washington, il Dott. Burke di Grey’s Anatomy era finito sotto accusa per aver rivolto un insulto omofobo nei confronti del collega T.R. Knight (George O’Malley, nella serie), omosessuale dichiarato. In realtà il caso sembrava archiviato già da mesi con le scuse di Washington, ma si era riaperto
Come vi avevamo raccontato qualche giorno fa Isaiah Washington, il Dott. Burke di Grey’s Anatomy era finito sotto accusa per aver rivolto un insulto omofobo nei confronti del collega T.R. Knight (George O’Malley, nella serie), omosessuale dichiarato. In realtà il caso sembrava archiviato già da mesi con le scuse di Washington, ma si era riaperto con forza dopo la conferenza stampa ai Golden Globe durante la quale l’attore aveva negato di aver usato l’odioso epiteto.
Il comportamento di Washington non era certo apparso particolarmente brillante, ma gli eventi che sono seguiti hanno dell’incredibile visti dall’Italia. Mentre nel nostro paese l’omosessualità è una discriminante negativa per ottenere la conduzione di un programma d’intrattenimento e ogni volta che si affronta il tema si devono subire le resistenze delle lobby cattoliche e delle associazioni dei genitori (normalmente prive di qualsiasi rappresentanza) negli Stati Uniti si cade nella degenerazione opposta con una naturalezza strabiliante.
Nel giro di pochissimi giorni Washington ha subito un dura reprimenda da parte del produttore esecutivo di Grey’s Anatomy. Per cercare di riparare alla sua uscita infelice ha incontrato pubblicamente i leader di due associazioni che difendono la corretta informazione su gay e lesbiche porgendo nuovamente le sue scuse.
Infine ha fatto sapere di essersi rivolto ad una clinica per cominciare una “riabilitazione” ed avere dei colloqui con un “counselor” (una sorta di psicologo, si tratta di una figura professionale non presente in Italia) che gli consenta di “capire perchè ho fatto queste cose ed assicurarmi che non si ripetano mai più“.
Questa sua decisione è stata particolarmente apprezzata dai responsabili del network che “applaudono e supportano il fatto che Isaiah abbia capito di aver bisogno di aiuto e che si sia subito impegnato nell’affrontare i suoi problemi comportamentali“.
Personalmente sono assolutamente solidale con gli omosessuali, le lesbiche e la legittima richiesta di non subire discriminazioni di alcun tipo, ma l’idea di un paese nel quale per mantenere l’audience e non avere un danno d’immagine irreparabile si debba andare in terapia per aver usato la parola “frocio” mi spaventa quasi quanto quella di una società in cui una fiction sui matrimoni gay è considerata un evento epocale.