L’Isola, i gossip d’estate e la tv secondo Rocco
Che l’estate non sia felice per i grandi progetti televisivi è vero per un motivo molto semplice: gli spettatori, come uccelli migratori, si spostano dai loro salotti accessoriati e si rivolgono, fortunatamente, verso l’aria aperta. Così, non resta che concentrarsi su quel (poco) che c’è, su quei (pochi) esperimenti, su quei banali elementi di interesse
Che l’estate non sia felice per i grandi progetti televisivi è vero per un motivo molto semplice: gli spettatori, come uccelli migratori, si spostano dai loro salotti accessoriati e si rivolgono, fortunatamente, verso l’aria aperta. Così, non resta che concentrarsi su quel (poco) che c’è, su quei (pochi) esperimenti, su quei banali elementi di interesse che sono quasi sempre relativi a fughe di notizie, gossip e via dicendo. Proprio quello che in teoria non ci piace.
Insomma, pensavo al fatto che anche quest’anno sono iniziate le candidature (vere o false che siano) per L’Isola dei Famosi, ho scoperto che secondo gli amici di Dagospia l’unico ad aver già detto sì sarebbe il figlio di Umberto Bossi (!), ho spulciato nel nostro archivio ritrovando l’ipotesi Rocco Siffredi all’Isola, poi ho scovato la sua video intervista doppia (a Le Iene) con Eva Henger (la vediamo in fondo al post), infine ho scovato su un blog un brano della sua autobiografia, Io, Rocco, tratto da un capitolo che si intitola L’ipocrisia dei media. Be’, vale la pena di leggerlo: in quest’afa mediatica, sembra un getto d’acqua ghiacciata.
Dal momento in cui appari in televisione, devi mettere in conto che qualcosa di tuo, di molto intimo, è perduto. Diventi un prodotto televisivo e non importa più quello che sei, ti trasformi immediatamente in un messaggio massificato. […] Se sei una pornostar sei quotidianamente bombardato da richieste mediatiche di ogni genere. Ma, attenzione! Il porno in TV fa alzare l’audience. Esattamente come la violenza. E come pure ogni forma di esaltazione di uno qualsiasi degli aspetti più istintuali della nostra natura se trattati con morbosità strumentale. Eppure la televisione, spudoratamente, nega ciò che mostra mentre lo mostra, assumendo un atteggiamento pregiudiziale che la assolve preventivamente dal parteggiare per qualsivoglia contenuto. Questo comportamento non lo considero nemmeno vigliacco, questa per me è l’unica forma di volgarità possibile.
La televisione fino a pochi anni fa era un meraviglioso mezzo d’intrattenimento per le famiglie, ora è il più grande strumento di potere, di guerra. Ha modificato i comportamenti naturali della gente, ha omologato i gusti, i desideri, le ambizioni. Ha annullato le peculiarità individuali, impedendone lo sfogo se non attraverso l’aggressività. E poi mi vengono a dire che il porno è diseducativo!