Home Netflix “L’incidente” è un’occasione persa: un’eccessiva ragnatela di sottotrame dove il più pulito ha la rogna (recensione)

“L’incidente” è un’occasione persa: un’eccessiva ragnatela di sottotrame dove il più pulito ha la rogna (recensione)

La serie tv Netflix “L’incidente” aveva una premessa interessante da cui partire. Ma tutto esplode, diventa eccessivo, un’esagerazione di personaggi negativi. La recensione su TvBlog.it

25 Agosto 2024 21:02

Lo spunto di base, sulla trama, poteva essere interessante. Alcune famiglie si incontrano per una festa di compleanno a casa della famiglia del piccolo Rodrigo. I bambini giocano in giardino mentre i genitori si intrattengono a chiacchierare in quella che sembra una giornata serena e allegra. Inoltre, tre adulti stanno aspettando una telefonata importantissima da parte di alcuni investitori americani per un progetto che, se concretizzato, potrebbe assicurargli milioni di dollari in arrivo. Ma, improvvisamente, un vento fortissimo arriva a interrompere i festeggiamenti e alza, letteralmente, un gonfiabile sui quali un gruppo di bambini stava saltando. Un picchetto non inchiodato a terra solleva la struttura che viene sollevata in aria. Il bilancio è tragico: tre bambini muoiono (incluso Rodrigo, il festeggiato, figlio dei padroni di casa) e una quarta bimba è dispersa. Da quel momento, tutti si ritrovano costretti a confrontarsi con sentimenti di dolore, senso di colpa, risentimento e desiderio di vendetta.

L’incidente, recensione della serie tv Netflix (attenzione, spoiler!)

“L’incidente” parte così, presentando i protagonisti e scaraventandoli direttamente in un incubo, quello peggiore di ogni genitore. Ma, fin dal primo episodio, è chiaro che tutto sarà, per molti versi, involontariamente grottesco. La scena dell’incidente, al rallentatore, con gli occhi sbarrati degli adulti, le bocche spalancate per urlare senza suono, mentre il gonfiabile si solleva e parte via in aria, invece di provocare ansia ed empatia, fa inarcare le sopracciglia dello spettatore. Tutto, poi, esplode immediatamente, poco dopo, con conseguenze estreme ed eccessive. A pochi minuti dall’incidente, l’isteria diventa la miccia per il comportamento di tutti i protagonisti di questa serie tv.

In dieci puntate, “L’incidente” prosegue la sua corsa tra numerose – troppe – sottotrame che rischiano solo di far perdere quello che poteva essere l’interessante e intensa analisi di un tale dolore. Colui che viene visto come colpevole dell’incidente viene picchiato selvaggiamente dal “villain” principale di questa storia, Eh Charro, con la moglie – Lupita – che ripete, stile robot, “Fai quello che devi fare” per poi indignarsi nel comprendere di avere accanto un uomo violento e aggressivo.

Il lutto diventa quasi l’alibi per una serie di azioni insensate ed eccessive: una donna tradisce il marito all’improvviso per poi pentirsene dopo dieci minuti, il fedifrago viene scoperto, rapito, pestato a sangue e minacciato di morte, la moglie del sospettato principale non sembra particolarmente interessata se il marito rischia una decina d’anni di carcere per prendersi una colpa che non è la sua, la sorella e il fratello di due bimbi vittime dell’incidente scappano in modalità Bonnie & Clyde, giusto per rischiare anche loro la pelle.

Capite il caos totale davanti ai nostri occhi?

La quarta bimba, scomparsa nel nulla, viene ritrovata a chilometri di distanza, come fosse una qualsiasi Dorothy Gale de “Il mago di Oz”,  mentre dorme in una grotta, sotto una cascata, accanto ad una statua della Madonna. A quel punto la bimba torna a casa e inizia a dire di aver parlato con Maria e di essere in grado di comunicare con la Vergine. Ed ecco un’altra sottotrama francamente inutile, mal sviluppata, senza un vero e proprio epilogo. La madre della bimba, una attricetta senza successo, torna a casa per approfittare della fama della figlia che si ritrova, intanto, una centinaio di persone intorno alla casa per chiederle di intercedere nei miracoli. Si apre quindi lo scontro tra atei/religiosi che si chiude con un nulla di fatto. Anche al termine della serie tv non viene fatta luce su questa storia e si risolve il tutto con la bimba che dice che “non vuole parlare più con gli altri di quello che si è detta con la Vergine”. E quindi? Tutti i credenti e gli invasati fuori dall’abitazione cosa fanno? Evaporano?

Ne “L’incidente”, ad eccezione del padre psicologo di cui vi abbiamo appena accennato, non c’è un solo altro personaggio che si salva. Il più pulito ha la rogna. Tutti compiono azioni criticabili e condannabili. Anche il protagonista, Emiliano, prima di confessare di essere stato lui a non aver conficcato il picchetto perché doveva rispondere alla telefonata “degli americani” (così vengono definiti per tutto il tempo) ha lasciato che si scatenasse una furia contro Moncho, l’uomo che, da anni, vive vicino a loro e lavora per la sua famiglia. Dopo aver assistito al suo pestaggio e all’arresto, si sente in colpa e vuole costituirsi. Ma è tardi è qualcuno ha pensato bene di far uccidere il povero tuttofare, già in cella. Poco dopo, la moglie dell’uomo, saputo della morte del marito, pensa solo al modo di non perdere i soldi promessi al marito per dichiararsi colpevole, pronta a vendere la sua esclusiva al miglior offerente. Che tenerezza.

Quale altro esempio? Mentre Emiliano si prende la colpa della storia e la moglie poliziotta indaga sullo spaccio di droga, la sorella di quest’ultima – che ripete, alla nausea, di essere una giornalista e di dover raccontare la verità, non perde occasione per un reportage sul cognato che lo mette ancora più sotto una cattiva luce, intervistando proprio la moglie del tuttofare ma omettendo che Emiliano si è inizialmente scagionato sotto consiglio del socio in affari che, altro non è, che il marito della giornalista. E tutta la manfrina sull’etica morale?

“L’incidente” è tutto così. Intrighi, sotterfugi, menzogne e ricatti da una parte, omicidi, tradimenti, pestaggi dall’altra. Per accontentare anche il lato teen degli pubblico, è stata anche creata una sorta di “Romeo & Giulietta” 2.0 con la figlia di Emiliano e il figlio di El Charro (colui che compie più azioni criminose di tutti) innamorati ma divisi dalle famiglie. La ragazza, poi, si droga anche di nascosto dalla madre, poliziotta che, da anni, cerca di sgominare una banda di spacciatori della zona. E ha la figlia in casa che si ‘sballa’ senza che lei se ne accorga.

A forza di assistere a personaggi negativi che compiono, spesso, azioni semplicemente folli e inspiegabili, non scatta un minimo di empatia, Ti ritrovi a non “tifare” per nessuno e, anzi, a chiederti quale, tra tutti i protagonisti, ti provoca meno prurito alle mani. La serie tv si chiude di fretta, con relativo processo, un altro morto a pochi minuti dal finale e un arresto “improvvisato”, last minute.

La serie tv si rivela un’occasione persa, una soap opera esagitata e popolata da personaggi sopra le righe, malsani e sgradevoli. Se per evitare l’incidente forse bastava mettere un picchetto ben piantato a terra, per evitare il deragliamento in questi dieci episodi, era sufficiente non spingere così a fondo sull’acceleratore. Less is more dicono i saggi. Qui è solo tutto gran – inutile, caotico nevrotico ed eccessivo – casino.

“L’incidente” è una serie tv messicana disponibile in streaming su Netflix e composta da 10 episodi.

 

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