Limbo, il film-tv porta la donna in guerra, sia con il nemico che con la società
Limbo è un film-tv che vuole mostrare il ruolo della donna attraverso la guerra ed il lavoro della protagonista, che deve riuscire a dimostrare il proprio valore in un mondo che sottovaluta le donne o che finge di sentire
In una serata in cui è tornata in primo piano l’informazione, anche se momentaneamente, con la sparatoria in California, Raiuno ha mandato in onda un film-tv che rivolge il proprio messaggio ad un contesto attualissimo e vicino al mondo femminile. Limbo, infatti, unisce due tematiche apparentemente lontane tra di loro, come i traumi provocati dalla guerra ed il ruolo della donna nella società odierna, dimostrando però che non sono così estranei l’uno all’altro.
La storia di Manuela Paris (Kasia Smutniak), alle prese con i ricordi sbiaditi della sua missione in Afghanistan e dell’attentato da cui è rimasta ferita, racconta in chiave contemporanea le fatiche dei soldati di ritorno dalle zone di guerra nell’adattarsi allo stile di vita di chi non ha conosciuto il conflitto.
Emerge soprattutto la differenza tra Manuela ed il resto delle persone con cui ha a che fare, tutte assorbite da ritmi frenetici e da necessità superficiali che la protagonista non riesce a sopportare. Per questo, riesce ad esprimersi solo con il misterioso Mattia (Adriano Giannini) che, come lei, non vuole rivelare nulla di sè stesso. Il limbo in cui entrambi si trovano diventa così uno spazio di riflessione propria e di lontananza dal resto del mondo, ma anche di rabbia, desideri e testardaggine.
Il film-tv non è quindi solo un ritratto della guerra, che nei flashback della protagonista rivelano scene di ordinaria amministrazione del campo base che avremmo potuto vedere in qualsiasi altra fiction, attacchi e momenti di convivialità inclusi, ma anche il racconto della sofferenza di un mondo che non viene visto da chi, nonostante i telegiornali, non ne sa abbastanza.
Ma Limbo supera queste tematiche di base, per dare il tutto in mano ad un personaggio femminile. E’ questa l’originalità della sceneggiatura, che affida a Manuela non solo il compito di dover mostrare i traumi di chi rientra dalla guerra, ma anche gli sforzi di quelle donne che, ancora oggi, cercano la carriera in un settore, quello militare, dominato dagli uomini. I vari personaggi rappresentano la varietà del mondo femminile in una società che si è dimenticata che oltre che belle, simpatiche e spigliate, le donne sono anche forti, coraggiose e determinate. Qualità che anche la tv sembra dimenticarsi molte volte, e che in Limbo trovano la giusta collocazione tramite un racconto psicologico ma non troppo, i cui protagonisti evidenziano una ricerca ed un senso di incertezza che spesso neghiamo anche a noi stessi.