Home Otto e mezzo Lilli Gruber: “Rete 4 vuole fare La7, ma li battiamo ogni volta…”

Lilli Gruber: “Rete 4 vuole fare La7, ma li battiamo ogni volta…”

Lilli Gruber a Tv Talk parla della nuova stagione di Otto e mezzo e bacchetta Bernardini: ” In Italia c’è troppo testosterone”.

pubblicato 13 Ottobre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 07:10

Lilli Gruber apre la stagione politica di Tv Talk con Riccardo Iacona per parlare di politica in tv e lascia subito il segno. Da 11 anni alla conduzione di quello che Bernardini definisce il “programma caminetto” della tv italiana (che a occhio non mi sembra proprio una definizione felice), Lilli ha ormai firmato l’access prime time con il suo stile. Con la nuova stagione tv, però, si fa notare che la schiera dei competitor sia mutata. Silvia Motta sottolinea come la Gruber si sia ritrovata contro un nuovo competitor – il riferimento è a Stasera Italia con la Palombelli – che per ora – dice la Motta – sta andando molto bene per la rete. “Si aspettava questi risultati?”, le chiede candidamente Bernardini. Lilli non fa un plissè

“Mah, sono anni che ho una concorrenza su Rete 4. Prima c’era Del Debbio, poi Belpietro, quindi nulla di nuovo sotto il sole… Dice che c’è una correzione di rotta questa volta? Perché? Perché non ci sono più le piazze? Vabbè, è Rete 4 che vuole fare La7, ma è molto, molto difficile, tant’è che La7 batte Rete 4 tutte le volte che ci sono programmi di approfondimento. Insomma La7 continua a essere una rete molto forte sull’informazione di approfondimento”.

Quella domanda sulla ‘novità’ ha già fatto saltare la mosca al naso, e non solo alla Gruber. Sembra chiaro un riferimento alla ‘battaglia’ tra donne negli approfondimenti informativi della fascia pregiata. Se alla prima domanda la Gruber ‘glissa’, mantenendo però il punto sulla mancanza di sostanziali novità sul piano della concorrenza, torna sull’argomento grazie alla domanda di una analista che le chiede per quale ragione lo stesso giornalismo etichetti giornalisti maschi e femmine in maniera diversa.

“Perché si dice che le giornaliste sono algide e i giornalisti professionali? Per lo stesso motivo per cui le giornaliste quando sono determinate vengono definite ‘aggressive’ e gli uomini aggressivi vengono definiti ‘determinati’. Penso che sia lo stesso motivo per cui oggi parliamo di una concorrenza diversa nell’access prime time perché contro ho una collega donna e non un collega maschio. Penso sia dovuta a una malattia che vedo aggravarsi nei mesi: troppo testosterone. Dappertutto.  A cominciare dal governo e dai leader”.

Lilli non le manda a dire con la classe che le è propria. Ma la perla deve ancora arrivare.

“Hai questa magica mezz’ora di lavoro quotidiana: è un privilegio o una scelta? In fondo tu i 180′ dei gladiatori dei talk show non li hai mai assaggiati”

le chiede candidamente Bernardini, con le migliori intenzioni, immagino.

“Ho assaggiato tanti 180′ quando ero inviata di guerra, ovviamente…”

risponde la Gruber.

Game. Set. Match.

 

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