Il caso di Liliana Resinovich insegna come non va fatta cronaca nera in tv
Un corpo che attende ancora un’identificazione ufficiale, ma ormai già tutti hanno deciso chi è. Il caso di Liliana Resinovich visto dalla tv
“Questo episodio, che è anche un episodio banale, ci dimostra l’inadeguatezza della tv davanti a questi episodi. Da una parte abbiamo l’enormità, l’indicibilità di un fatto che si può raccontare solo con i versi di una tragedia greca, dall’altra abbiamo la miseria della televisione che si accapiglia come ospite un personaggio che sta soffrendo in quel momento già le pene dell’inferno” dice a Tv Talk Giorgio Simonelli, titolare della cattedra di Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, riferendosi a quanto avvenuto nel corso della settimana appena trascorsa con il caso di Liliana Resinovich. E centra perfettamente il punto.
La vicenda televisiva di Liliana Resinovich ha un preciso punto di partenza: lunedì 3 gennaio, quando Eleonora Daniele nel corso della puntata di Storie italiane se ne occupa per la prima volta, collegandosi con l’inviato Edoardo Lucarelli. E qui una premessa è doverosa da fare: gli inviati che verranno coinvolti nella triste vicenda di cronaca, che si trasforma ben presto in cronaca nera, sono tre seri giornalisti che hanno svolto al meglio, con serietà e professionalità il loro lavoro. Nella puntata di lunedì la vicenda non trova ampio spazio, ma si ritornerà sul caso della donna scomparsa il giorno seguente quando sarà in collegamento in diretta il marito di Liliana, Sebastiano Visintin.
Ad incalzarlo con domande da studio sono Sara Manfuso, che sulla sua pagina Twitter si definisce “opinionista tv” (e in effetti le sue numerose ospitate sia in programmi Rai sia in programmi Mediaset non possono smentire questo), e Riccardo Bocca, già critico televisivo per L’espresso, ora firma di Tpi, ospite abituale di Tv Talk dove è tornato dopo il breve periodo da vicedirettore di Sky Tg24. È un gioco continuo di insinuazioni, sembra di trovarsi in un’aula di tribunale: il processo mediatico è iniziato.
Ma il corpo di Liliana, sempre che la signora vada ricercata come morta, come molte indizi purtroppo lasciano però dedurre, non è stato ancora trovato. Il ritrovamento avviene il giorno seguente, ma non al mattino, dove ancora una volta Eleonora Daniele ospita il marito della donna scomparsa, questa volta interrogato da Maria Teresa Ruta.
Saranno i programmi del pomeriggio ad aver il “colpo giornalistico”, se così si vuole considerare il ritrovamento di un cadavere: La Vita in Diretta, in onda come tutti i giorni dalle 17:05, appena arriva la notizia si collega in diretta con Filomena Leone, che si trova con il signor Sebastiano. Ben presto però nel collegamento inizia a sentirsi la voce di Ilaria Dalle Palle, che a sua volta è collegata con Simona Branchetti che aprendo la puntata di Pomeriggio Cinque News dà subito spazio all’ultim’ora proveniente da Trieste.
Si apre lo scenario di un melodramma di gelosie e rivendicazioni perché secondo Alberto Matano il suo programma aveva già fissato un appuntamento con il marito di Liliana e quindi aveva tutto il diritto di intervistarlo senza che la trasmissione concorrente lo sottraesse dalle mani della collega di Rai1. “Sono momenti che non mi appartengono: non è il mio stile, per fortuna” ribadisce il giornalista. “Nessuna concorrenza sleale” replica la controparte, Simona Branchetti. La querelle a distanza di più di quattro giorni pare non essersi ancora esaurita.
Il corpo ritrovato mercoledì 5 gennaio deve ancora essere riconosciuto ufficialmente come quello appartenente a Liliana Resinovich, ma intanto la tv (e anche il giornalismo locale) si è già spinto oltre: vengono ricostruiti gli spostamenti fatti dal marito nelle ore della scomparsa della donna, si parla della borsetta con portafoglio e documenti lasciata a casa come di un indizio potenzialmente già a carico del marito, si indaga sul perché la magistratura non abbia acquisto sul luogo del ritrovamento del corpo delle scarpe individuate dall’inviato di Storie italiane venerdì mattina.
In tv il processo è iniziato e sta già per emettere la sua sentenza, mentre ancora a Trieste un corpo giace in un freddo obitorio in attesa di un autopsia che si deve ancora compiere. Forse qualcosa di sbagliato c’è e non è neanche troppo difficile scorgerlo.