Liberaci dal bene (e da chi non ride). Giorgio Montanini a teatro
Giorgio Montanini a Milano, al Teatro Nuovo. Se non ridi è davvero un problema tuo. Cognitivo.
Quando la televisione esce da se stessa per entrare nella realtà – oppure quando ci entri tu – ci sono due possibilità. La prima: la farsa continua, è tutto bello, sono tutti amici – e pronti a pugnalarsi alle spalle alla prima occasione.
La seconda: arriva la vita vera. Quella che ti costringe – la citazione è quasi testuale ma non precisa: gli interessati mi perdoneranno – a cercare la felicità nel fango, come i maiali, grufolando per venti secondi di gioia. Perché se sei sempre felice, non sei affatto fortunato. Sei scemo.
Di solito succede che la vita vera venga fuori quando qualcuno che fa anche televisione, per sua fortuna ha mosso i suoi primi passi artistici fuori dalle case degli italiani e, magari, nel caso della satira, dentri ai locali, ai club e poi, chissà, se quel qualcuno è bravo e ha pure un po’ di culo – ché in Italia non è mica detto che basti esser bravi. E avere culo può voler dire anche solo non trovare troppa gente che rompa le palle – nei teatri.
È il caso di Giorgio Montanini. Che è uno bravo e mi sa che gli gira bene, in questo momento (Giorgio, non ti toccare, tanto non serve a niente, lo sai anche te).
Il suo monologo Liberaci dal bene, ieri sera, era in scena al Teatro Nuovo di Milano.
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Bill Hicks ha un fratello e una mamma.Sono quelle due persone nella foto insieme a me.Ho avuto l'onore di conoscerli e…
Pubblicato da Giorgio Montanini su Lunedì 29 febbraio 2016
Be’, mentre si attende la terza stagione di Nemico Pubblico – che è un programma televisivo e che, per giunta, va in onda sulla Rai – è una buona idea andarlo a vedere senza filtri, dal vivo.
Ieri sera Montanini era particolarmente in forma, e anche le parti di repertorio già note – sapete com’è, non scrive tormentoni, scrive monologhi satirici – erano un piacere da risentire. Ne aveva per tutti, a cominciare dal nemico numero uno: i vegani. I vegani, è bene spiegarlo per chi è privo di ironia o per chi è vegano, diventano bersaglio perfetto per stigmatizzare i rivoluzionari radical chic da tastiera, o, se preferite, tutti coloro che pensano di potersi mettere su un pulpito ad arringare le folle spiegando loro cos’è meglio.
Poi c’è spazio per il fascismo endemico del popolo italiano, a suon di battute sui calendari di Mussolini venduti e corollari, per Papa Bergoglio, per le religioni, per Gabriele Paolini e Pier Paolo Pasolini, per i je suis Charlie, per la Cirinnà, per i comunisti e per tutti i luogocomunismi della vita italiota smontati e rimontati secondo la stringente logica-alla-montanini, che poi sarebbe il semplice buonsenso applicato alla vita comune.
Non possono mancare le stoccate ad altri tipi di comicità, tipo «Ve faccio un numero sul traffico? Eh?».
La progressiva distruzione di tutto ciò che non adrebbe dissacrato segue una tradizione che affonda le proprie radici nella storia della satira ma anche quella stand up che, secondo alcuini, non avrebbe mai sfondato in Italia. Invece, ora ce la ritroviamo anche nei teatri. Per fortuna.
Le considerazioni sparse, amare, sulla vera natura di un comico sono il giusto mezzo per mantenere l’empatia con un pubblico che viene letteralmente massacrato dal palco. Solo che Giorgio Montanini non assolve nemmeno se stesso, anzi, è più spietato proprio con il suo ruolo sul palco, a vomitare addosso tutto il malessere di chi fa satira, del comico-sfigato.
Così, insomma, se non ridi diventa davvero un problema tuo. Cognitivo. Io ho riso, e anche tanto.
Nota di merito per Francesco Capodaglio, che apre la serata con una disamina niente male del prime time di Real time, che costringe il pubblico del Teatro Nuovo a fare i conti con i propri inconfessabili segreti da telespettatori (spero di vederlo presto in qualcosa di più lungo per dare un giudizio più compiuto).
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Teatro Nuovo di Milano, che a dispetto del nome è un teatro storico e prestigioso nel cuore del centro meneghino.Ieri…
Pubblicato da Giorgio Montanini su Martedì 1 marzo 2016
Ah, ancora una cosa. In testa al post c’è un video di uno spettacolo di Montanini del 2010. È Nibiru, lo spettacolo grazie al quale imparai a conoscerlo, ed è tutto da vedere. Ne scrissi su Tvblog nel 2012: la televisione non c’era ancora arrivata. Il talento di Giorgio, invece, era già evidente.