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Leverage, l’ “erede di A-Team” sbarca su Joi

La rete via cavo Tnt si conferma ancora una volta molto attenta alla cura ed alla realizzazione di piccoli gioiell seriali. Se con “The Closer”, “Saving Grace” ed “Avvocati a New York” ne abbiamo già avuto conferma, nel dicembre 2008 a queste s’è aggiunta “Leverage”, 13 episodi da stasera alle 21 in onda su Joi.L’attenzione

17 Aprile 2009 09:00

LeverageLa rete via cavo Tnt si conferma ancora una volta molto attenta alla cura ed alla realizzazione di piccoli gioiell seriali. Se con “The Closer”, “Saving Grace” ed “Avvocati a New York” ne abbiamo già avuto conferma, nel dicembre 2008 a queste s’è aggiunta “Leverage”, 13 episodi da stasera alle 21 in onda su Joi.

L’attenzione della rete verso le sue produzioni si ha anche nella scelta degli attori protagonisti: in questo caso, è niente meno che Timothy Hutton ad essere al centro della storia. Premio Oscar per “Gente comune” e figlio del grande Jim Hutton, nonché nel cast del prossimo film di Roman Polansky, “The Ghost”, a lui è toccato vestire i panni di Nate Ford, novello Robin Hood di Chicago.

Nate, un investigatore privato per una grande compagnia assicurativa, vede la sua vita cambiata quando suo figlio di 8 anni si ammala gravemente. La società si rifiuta di pagare le spese mediche, il bambino muore e Nate giura vendetta: non a caso, la tagline della serie è “Get ready to get even” (“Siate pronti alla vendetta”). In questo caso, lo scopo del protagonista è quello di aiutare i deboli, coloro che da soli non riuscirebbero a sconfiggere le grandi società verso cui stanno lottando, e che meritano un’occasione di riscatto.

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Nasce così la Leverage Counsulting, fondata da Nate e da dei veri e propri esperti nel settore delle truffe: c’è Sophie Deveraux (Gina Bellman), aspirante attrice ma anche ladra provetta, che ha già incontrato il protagonista anni prima e di cui è innamorata; Alec Hardison (Aldis Hodge) è invece colui che si occupa di tutto ciò che ha a che fare coi computer ed è fortemente attratto da Parker (Beth Riesgraf), abile nell’intrufolarsi anche negli edifici più sorvegliati, ma dalla personalità poco equilibrata.

Infine, Eliot Spencer (Christian Kane, “Angel” e “Close to home”) è il personaggio a cui sono affidate la maggior parte delle serie d’azione, essendo lui molto abile e specializzato nel combattimento corpo a corpo. C’è molto ritmo in “Leverage”, quindi, ma anche molti momenti comici, sapientemente uniti e che hanno portato la critica americana a definire la serie una sorta di erede del mitico “A-Team“.

A questi due elementi, infine, si aggiunge l’uso di numerosi flashback, che protano alla conoscenza dei protagonisti e dei loro atteggiamenti in maniera graduale, non senza riservarci qualche colpo di scena.

Creata da Dean Devlin (produttore del film “Indipendence Day”), ogni episodio si è assestato sopra i 3 milioni di media, che ha permesso così la garanzia di una seconda stagione, composta da 15 puntate e girata, come la prima, a Los Angeles -ad eccezione dell’episodio pilota, scritto dallo sceneggiatore di “Transformers” John Rogers e diretto dallo stesso Devlin-.


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