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LETTERA APERTISSIMA A PIETRO VALSECCHI: SCARICARE TUTTO E OLTRE?

Tornato da Venezia. Mostra del cinema sottotono. Qualche buon film (sulla punta delle dita), un’immagine indimenticabile (Mickey Rourke in “The westler”), un quadretto di signore simpatiche prese nel fior degli anni, tra gli ottantadue e i novantatre anni (le protagonista di “Pranzo di ferragosto”).[…]

pubblicato 10 Settembre 2008 aggiornato 11 Febbraio 2021 07:25

Tornato da Venezia. Mostra del cinema sottotono. Qualche buon film (sulla punta delle dita), un’immagine indimenticabile (Mickey Rourke in “The westler”), un quadretto di signore simpatiche prese nel fior degli anni, tra gli ottantadue e i novantatre anni (le protagonista di “Pranzo di ferragosto”). E poi, una polemica tra le altre. Che scotta. Che fa paura. Che sarà sepolta?

Ero lì alla Mostra per condurre la trasmissione “Passaggio a Venezia” per RaiSatExatra. Per una delle prime puntate abbiamo fatto venire Pietro Valsecchi, il produttore della Tao Due, realizzatore di grandi successi nella fiction (il giovane Woytila, “Il capo dei capi”), da qualche tempo legato da stretti rapporti con Mediaset. Lo abbiamo invitato per parlare del tema della pirateria,degli gli usi e abusi che avvengono nella diffusione del cinema , della musica e non solo. Proprio lì a Venezia il giorno prima si era tenuto un convegno sul tema e in trasmissione avevamo chiamato l’avv. Giorgio Assumma, presidente della Siae, per avere informazioni sul dibattito e sulla situazione.

Valsecchi meritava di essere invitato se non altro perchè portatore di una tesi estrema che si può riassumere nella vivace battuta rivolta soprattutto ai ragazzi: “Scaricate sempre, scaricare tutto”. I confronti sono utili specie in quella morta gora che possono essere i festival e le faticose chiacchiere tra gli addetti ai lavori. In particolare per una questione che si trascina e per la quale non s’intravvedono soluzioni a portata di mano, ma esclusivamente digrignar di denti.

Caro Pietro, dunque, hai gettato la pietra nello stagno e dalle acque sono emersi tutti o tanti, compresi i mostri e gli zombi di tutti gli schermi piccoli o grandi. Proprio a Venezia. Ricordi? A Venezia, anni fa, girammo una mia docufiction sui cinquant’anni della Mostra. Tu non eri ancora un bravo produttore, facevi l’attore. Eri giovane e amico di Alessandro Haber: spettacolo e, a Venezia, casinò e feste (con qualche oliva di film di contorno). Ti scelsi per fare una parodia di “Morte a Venezia” di Visconti: nei panni di un cinephile in smoking e scarpe da tennis nello scenario decadente dell’Hotel des Bains. Tanto amore per il cinema e tanta confusione fra un passato di mondanità e un presente di arrovellate avventure di cinema e di poco altro, con il sogno di un futuro d’arte per vivere da élite.

Adesso sei il produttore affermato e capace. Se a “Passaggio a Venezia” hai sentito l’urgenza nel bel mezzo di una Mostra col fiatone di dire ai giovani “scaricate sempre, scaricate tutto” lo hai fatto, credo, non per demagogia comunicazionale ma mettendoti nei panni di quel cinephile che ama i sogni e vuole sognare, e che per sognare è pronto a tutto, o quasi, anche a “scaricare” e a “caricarsi”di emozioni, sensibilità, intelligenza, gusto artistico.

Resta il nodo degli autori, degli artisti che vivono della loro creatività e del loro lavoro. Perchè non scaricare i cattivi produttori e distributori, certi editori, certi capi e capetti (i capetti dei capetti), certi faccendieri a spese dello stato e della collettività ? Questo per dare agli autori e gli artisti la libertà di vivere di quel che pensano e non sanno fare, al riparo dalle speculazioni e della mediocrità circolante nei palazzi del potere cinemusicaltelevisivo. Come? Aiutaci.

Se vuoi, quando vuoi, batti un colpo. Scarica la tua risposta. L’attendo, l’attendiamo.
A chi legge dico: scaricate le vostre idee, le vostre reazioni.
Qui.
ITALO MOSCATI