LETTERA APERTA A GIUSEPPE PIAZZA: SIMONA AL POSTO DI ALDO?
Un nuovo critico per il Magazine del Corriere e forse del Corriere. E’ un paradosso. Ma gli estremi ci sono. Il direttore del Magazine, Giuseppe Piazza, ha scritto un editoriale nel numero dl 23.07.09 intitolato “Siamo quel che vediamo”. Da leggere. In esso sono contenute frasi e interrogativi estremamente pertinenti. Complimenti direttore da uno, io,
Un nuovo critico per il Magazine del Corriere e forse del Corriere. E’ un paradosso. Ma gli estremi ci sono. Il direttore del Magazine, Giuseppe Piazza, ha scritto un editoriale nel numero dl 23.07.09 intitolato “Siamo quel che vediamo”. Da leggere. In esso sono contenute frasi e interrogativi estremamente pertinenti. Complimenti direttore da uno, io, che ha collaborato a lungo con la Rizzoli e ha avuto al glorioso “Europeo” direttori come Gigi Melega, Giovanni Valentini, Lamberto Sechi, Mario Pirani, Salvatore Giannella, Rinaldi, etc.
Lei, Piazza, nel suo editoriale parte da una domanda grande grande: “Che cos’è la Tv? Una cattiva maestra che ha traviato, con successo, milioni di poveri studenti? Oppure una povera maestra che si è limitata,con successo, a far felici milioni di cattivi studenti?”. E poi aggiunge:”In un mondo costellato di campioni effimeri, ragazze all’avventura, marpioni acquattati,la tv racconta di noi, ogni giorno, quel che siamo. O quel che -peggio- vorremmo essere…La verità è che siamo quel che vediamo…”.
D’accordo, direttore. Sone le parole, le posizioni, i giudizi- la complessiva analisi- che in “Viziati 1. 2. 3” vado sostenendo. Se ce la fa, il martedì sera su Rai3, in orario oscillante dalle 23.15 alle 24 (i palinsesti sono ballerini), verranno trasmesse ancora quattro puntate di “Viziati 3”. Provi a vederle. Mi saprà dire. Le sue tesi sono le mie. Certo, il programma può non piacere, ci mancherebbe, ma l’intento e lo sviluppo delle “nostre” tesi, le sue e le mie, le mie e le sue, sono pressochè le stesse.
Tuttavia, ecco il punto. Lei merita la critica negativa di “velleitario”: nel senso che esprime valutazioni e linguaggio al di fuori della “normalità” editoriale da direttore e si spinge a parlare di cattiva o povera maestra. Scusi, ma lei, cittadino comune, sia pure direttore, come si permette? stia al suo posto.
Lei merita anche la critica negativa di “ambizioso”, strettamente colleegata alla precedenti considerazioni: ma come si permette di salire in cattedra e togliere la parola ai maestri e soprattutto ai professori?
Infine, lei merita la critica negativa di “moralista”: ma come si permette di storcere il naso, emettere sentenze, al punto che nel suo articolo parla di una tv che “impietosamente favorisce i nostri vizi, e comprime in un angolo le nostre virtù”? e come si permette di insistere su un “insensato intrattenimento” che “ci fa da specchio”, quindi viziandoci?
Ricordo che sono l’autore di “Viziati” serie di dieci puntate arrivata alla terza edizione. Per queste serie mi sono meritato dal critico del suo Magazine e del Corrierone , Aldo Grasso (velleitario per eccellenza: scrive di tutto, ho letto persino un suo reportage su come si cucinano le ostiche meduse) le stesse critiche di cui sopra.
Proponendo nel programma tesi simile a quelle inserite nel suo editoriale. Per la prima serie, sono stato definito “mestierante”, autore di un “blob cattocomunista” (sono tutto tranne che un plagiario di blob e soprattutto un cattocomunista, sono di idee liberali e radicali), e quindi “moralista”. Per la seconda serie sono stato definito colpevole di “scorribande e razzie” nelle Teche Rai e quindi autore “velleitario” e profittatore. Per la terza, quella ancora in corso, la raffica ha riassunto i giudizi delle puntate precedenti: sono, anzi sarei “velleitario”, “ambizioso” (cerco di esprimere i concetti da lei espressi, Piazza, nel modo più accattivante), “moralista” (ovvero, sostengo, come lei sostiene, che “la tv racconta di noi, ogni giorno, quel che siamo”.
Stop. Lei ha scritto il suo ottimo editoriale consigliando i lettori di andare a leggere l’intervista (bella) a Simona Ventura. L’ho fatto. Simo, come lei dice, se ne intende davvero. Davvero. Perchè non chiama il mio amico Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere, per proporgli di assumere Simona al posto di Aldo Grasso, cattivo maestro, cattivo prof, critico da spedire in pensione a sessant’anni suonati, portati molto male? Sarebbe un guadagno per la Rizzoli, per il Magazine e soprattutto per il Corriere a cui sono molto affezionato e che leggo tutti i giorni. Grazie.
Italo Moscati