Lettera al Dr.House (e non solo)
Caro Dr. House, finalmente ce l’hai fatta. Ci voleva il tuo cinismo, la tua cattiveria, i tuoi “housismi” per fare in modo che Canale5 si decidesse a trasmettere telefilm in prima serata per la prima volta dopo quindici anni (certo, c’è stata la parentesi di “Invasion”, ma non si può considerare una gran scelta aziendale
Caro Dr. House,
finalmente ce l’hai fatta. Ci voleva il tuo cinismo, la tua cattiveria, i tuoi “housismi” per fare in modo che Canale5 si decidesse a trasmettere telefilm in prima serata per la prima volta dopo quindici anni (certo, c’è stata la parentesi di “Invasion”, ma non si può considerare una gran scelta aziendale quella di mettere una serie di cui si sa già che non ci sarà una seconda stagione in piena estate, per quanto fosse in prima serata).
Mercoledì sera ti abbiamo seguito, un po’ increduli, mentre facevi il tuo “sporco lavoro” sulla rete ammiraglia, e intanto io pensavo ” e dire che la prima volta che da noi è andato in onda era luglio…”.
E già, caro Gregory, tu sei uno dei fortunati. Uno di quelli che hanno goduto di un cosiddetto “trattamento” di rispetto: prima d’estate, poi d’autunno, ora addirittura programma di punta.
Se non ti sembra che ti abbiano trattato coi guanti, guardati un po’ intorno: molti dei tuoi colleghi telefilmici sono stati relegati ad orari e canali non proprio in linea col loro stile. Non essere cattivo quindi se incontri per via catodica Jack Bauer o Temperance Brennan, a loro è andata molto peggio.
D’altra parte, Gregory, qui da noi le cose funzionano ben diversamente rispetto che dalle tue parti: quelli come te e come i tuoi colleghi, di solito, sono trattati come carne da macello. Con la sola differenza, come ha scritto nel suo Forum Aldo Grasso (uno che la sa lunga), che “i macellai almeno fanno bene il loro mestiere. Questi sono degli incapaci.”
Chi sono questi? Quelli che ieri sera (anzi, mi correggo, tutte le sere) hanno tagliuzzato a loro piacere ogni episodio di qualsiasi telefilm pur di inserirci lo spot giusto al momento giusto (cioè anche a seconda di quello che va in onda sulle altre reti): troppo difficile rispettare i blocchi che voi in America preconfezionate per inserire gli spot. Ho detto troppo difficile? Volevo dire troppo pochi.
Per non parlare dei cosiddetti “cambi di palinsesto”, e tu ne sai qualcosa, vero? Dal venerdì estivo al mercoledì, passando per la domenica e di nuovo per il mercoledì.
In poche parole: quando si accorgono che attiri pubblico, invece di lasciarti lì dove sei a fare la tua bella figura…Pam! Inizia la giostra. La cosa curiosa è che, però, quando questi cambi servirebbero, ai piani alti vengono colti da un improvviso attacco di diligenza acuta, per cui, cascasse il mondo, una serie rimane quel giorno, anche se fa meno ascolti di una trasmissione alle due di notte. A proposito, pare che la Cuddy voglia affidarti il caso di un giapponese, di nome Hiro Nakamura, affetto da strane convulsioni causate da una carenza di giusta collocazione…
Ma intanto, tu occupati di fare bene il tuo lavoro: ora che sei su Canale5, hai una grande responsabilità. Non parlo di ascolti, ma di maggiore consapevolezza verso i tuoi colleghi: ormai da troppo tempo usati come tappabuchi, sprecati d’estate, spremuti a ritmi assurdi (due-tre episodi a serata, in America uno a settimana con l’eccezione di alcune premiere che ne trasmettono due!), col risultato che ci ritroviamo a gennaio senza uno straccio di buon telefilm da seguire, per accontentare i seguaci della setta del “Periodo di garanzia”.
So già cosa stai per dire: “Potreste farveli da voi i telefilm, invece che attaccarvi come parassiti a noi”. Sempre garbato, Gregory.
Ma il punto è che, se per te (e per i tuoi “simili”), la Fox (così come gli altri network) è disposta a investire fior fior di soldoni, da noi, il massimo che viene concesso è una scena di inseguimenti tra auto, ma senza ribaltamenti o esplosioni. E soprattutto senza una sceneggiatura come si deve. Meglio investire su soubrette e vari reduci da reality, costano ma rendono…Rendono?!?
Forse è meglio se mi fermo, caro Dr. House, e che torni alla realtà. Forse un giorno le cose cambieranno, noi telespettatori saremo più ascoltati, e ci sarà più rispetto verso chi si dà da fare per farci passare una buona ora (possibilmente in orario) lontano da pseudo-varietà e Isole arrivate all’ultima spiaggia.
Intanto tu continua a diagnosticare…